Conti pubblici, i mercati chiedono garanzie
E per ora i risultati non avranno impatto sui giudizi di credibilità. Ma a urne chiuse non hanno perso tempo a dettare le condizioni al nuovo governo. Così ieri una delle più importanti agenzie di rating internazionali, Standard&Poor's, ha lanciato il messaggio a chi, pareggio permettendo, guiderà il Paese nei prossini cinque anni. «Il rating di lungo termine dell'Italia potrebbe essere abbassato quest'anno, se dopo le elezioni non ci saranno segni di una sostenibile e coerente strategia di riduzione del debito pubblico hanno scritto gli analisti di Standard&Poor's in una nota emessa subito dopo i primi risultati delle elezioni. Insomma il prossimo esecutivo non avrà sconti dal punto di vista dell'attenzione ai conti dello stato pena il downgrading, un termine inglese che si traduce con un riduzione della credibilità finanziaria dell'Italia sui mercati del risparmio. E, in soldoni, in maggiori costi per attirare gli investitori e convincerli a sottoscrivere ulteriori quote di debito pubblico italiano. Sulla stessa linea anche se più cauti i commenti della altre agenzie. «I risultati delle elezioni politiche italiane non avranno alcun impatto sul rating, perchè l'Italia è una democrazia stabile», dice Sara Bertin-Levecq, vice presidente di Moody's e senior analyst dell'agenzia di rating statunitense. Certo, più forte sarà però, la maggioranza di governo, più facile approvare quelle misure impopolari che i mercati internazionali chiedono e cioè rigore nei conti pubblici e riduzione della spesa. E «il voto - ammette l'analista di Moody's, che sull'Italia ha di recente ribadito il suo giudizio "AA2" con prospettive stabili - sembrerebbe indicare un divario molto ridotto fra i due schieramenti». Un'incertezza di fronte alla quale Moody's sceglie la linea della prudenza: «Al momento non abbiamo commenti da fare sul voto». «Stiamo alla finestra», ha commentato a caldo da Parigi il senior vice president della stessa Moody's Pierre Cailleteau. Sullo stesso tenore l'agenzia britannica Fitch. «Non stiamo preparando alcuna decisione sul rating sulla base del risultato delle elezioni», dice il senior director per i rating sovrani Brian Coulton. Certo «siamo preoccupati per i conti pubblici italiani» e «qualunque governo dovrà agire non solo sul fronte delle tasse, ma anche su quello della spesa».