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Bpi, Fiorani fa i nomi dei politici Gli inquirenti cauti: nessun riscontro

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Fiorani, nei mesi scorsi, ha raccontato agli inquirenti, tra ritrattazioni e aggiustamenti, di un versamento «di 200 mila euro al senatore Luigi Grillo per ringraziarlo dell'attività svolta a favore di Fazio e per le sue esigenze politico-elettorali». L'ex amministratore delegato ha anche precisato che «100 mila euro erano per il senatore mentre gli altri 100 mila euro erano destinati all'onorevole Dell'Utri» in quanto lo stesso Fiorani stava cercando di «costruire in Parlamento» una lobby «a favore di Fazio». Ma la vicenda raccontata da Fiorani non ha convinto gli inquirenti, tant'è che non è stata approfondita da un punto di vista penale e tanto meno, fino ad ora, sono stati trovati riscontri. Negli interrogatori-fiume resi da Fiorani durante i quasi quattro mesi trascorsi nel carcere milanese di San Vittore l'ex ad ha parlato anche di Cesare Previti che avrebbe richiesto l'ingresso del figlio Stefano nel novero dei consulenti di Bpi. Fiorani ha inoltre raccontato ai magistrati milanesi di tre incontri avuti con Silvio Berlusconi, uno l'11 agosto 2004 a Villa Certosa, un altro (sempre nel 2004) al Salone Nautico di Genova e l'ultimo tra il dicembre e il gennaio dell'anno successivo ad Arcore. In quelle occasioni il leader di Forza Italia non avrebbe posto nessun tipo di ostacolo al progetto di Fiorani, perchè l'allora governatore di Bankitalia avrebbe dato l'ok al progetto. Berlusconi si sarebbe interessato circa le indagini in corso, sempre a Milano, sul fallimento di Hdc. Tutte informazioni prese «con le pinze» dagli inquirenti.

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