di GIOVANNI LOMBARDO PACE fatta tra il Governo polacco e Unicredit.
La banca guidata da Alessandro Profumo venderà 200 dei 500 sportelli Bph (la terza banca polacca che Unicredit si è trovata in dote dopo l'aggregazione con la tedesca Hvb) e integrerà i restanti con Pekao (il secondo maggiore istituto polacco che conta 800 sportelli) impegnandosi a non ridurre l'organico fino al 31 marzo 2008. Ci sarà piuttosto una riduzione graduale dei dipendenti (26mila nel complesso) senza licenziamenti. Sempre ieri la Commissione di supervisione bancaria polacca ha dato il via libera all'esercizio dei diritti di voto di Unicredit, attraverso Bank Austria, in Bph. In base al protocollo d'intesa Unicredit venderà gli sportelli e i relativi servizi bancari operanti sotto il marchio Bph ad una terza parte indipendente «attraverso un processo internazionale trasparente e competitivo», si legge in una nota di Piazza Cordusio. Le operazioni che non saranno cedute saranno integrate in Pekao. «Il miglioramento dell'efficienza sarà ottenuto dalle banche attraverso un processo di graduale riduzione del personale senza licenziamenti», si legge ancora nella nota secondo la quale «al fine di assicurare una appropriata cooperazione da parte del ministero del Tesoro, l'accordo prevede il diritto del Ministero a eleggere due membri del Consiglio di Sorveglianza di Bph». Il protocollo d'intesa risolve la diversità di vedute tra Unicredit e il ministero del Tesoro il relazione agli accordi di privatizzazione. «Questo accordo rappresenta la migliore soluzione per una gestione responsabile di Pekao e Bph - prosegue la nota - sia dal punto di vista dei clienti che dei dipendenti e dimostra ancora una volta l'impegno di Unicredit verso tutti i suoi stakeholder e verso la Polonia». Profumo è apparso ieri molto soddisfatto: «Il compromesso raggiunto è buono per la Polonia, per i nostri impiegati e per Unicredit», ha dichiarato l'amministratore delegato nel corso di una conferenza stampa congiunta con il premier Kazimierz Marcinkiewicz nella sede del governo a Varsavia dopo la sigla dell'accordo. Il primo ministro polacco si è detto soddisfatto perché il marchio Bph resterà in Polonia. Nonostante l'armistizio tra Italia e Polonia, la Commissione europea non intende abbassare la guardia. L'accordo sulla vicenda della fusione Pekao-Bph, ha infatti fatto sapere Jonathan Todd, portavoce del commissario Ue alla Concorrenza Neelie Kroes, «non pone necessariamente fine alla nostra analisi» sull'eventuale violazione da parte di Varsavia delle norme europee sulla concorrenza».