Tremonti: «La ripresa economica c'è»
Il ministro dell'economia conferma la svolta: i dati del primo trimestre sono buoni
Il Pil, secondo l'Istat, corretto dei quattro giorni in più di festività, si è fermato a +0,1%. Ma, dopo un ultimo trimestre di calma piatta, nel 2006 «l'Italia ha svoltato» e di dati delle entrate fiscali «di gennaio, febbraio e marzo sono buoni». Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti guarda con ottimismo gli ultimi indicatori macro-economici, in base ai quali i primi mesi del 2006 segnano una svolta per l'economica italiana. A registrare tutto sarà la Trimestrale di cassa che il ministro assicura essere oramai in dirittura d'arrivo. «La presenteremo il primo aprile in Europa e parallelamente, anzi un minuto prima, al Parlamento italiano», promette. La Trimestrale, richiesta a gran voce dal centro-sinistra, conterrà le nuove stime di crescita, deficit e debito pubblico per il 2006. «La presenteremo appena chiusi i conti - assicura Tremonti - non c'è dietro niente e questa storia diventerà un boomerang per la sinistra». Le ultime previsioni del governo, contenute nella Programma di Stabilità presentato in novembre a Bruxelles, indicano un +1,5% per il pil di quest'anno, una stima che quanto affermato ieri da Tremonti sembra avvalorare. A scaldare i dibattito sono anche i dati dell'Istat. Il pil 2005 si è fermato praticamente a zero. E anche la correzione, che non vale ai fini europei, dei quattro maggiori giorni di ferie, non ha prodotto risultati apprezzabili. Solo un decimale in più. «Ha poco senso accapigliarsi per lo 0,1-0,2% di crescita - sostiene il consigliere economico di Palazzo Chigi Renato Brunetta - piuttosto guardiamo al 2006, con le nuove prospettive di crescita che vengono attribuite all'Italia». La vede diversamente il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani che parla di un dato «sconsolate» e di «una politica economica sbagliata» che «dopo cinque anni di legislatura ci consegnerà uno zero». «Basta con questa Italia low cost - dice Raffaele Bonanni della Cisl - Per uscire da questa fase recessiva, bisogna tornare ad un circuito virtuoso, assumendo la concertazione come strumento di politica economica e di sviluppo» A preoccupare è anche il dato dei consumi delle famiglie. Secondo l'Istat nell' ultimo trimestre dell'anno, quello solitamente caratterizzato dalle spese natalizie calate dello 0,3% rispetto al trimestre luglio-settembre. Per la Confcommercio è uno degli aspetti più critici. Non privo di rischi perchè «potrebbe determinare anche un effetto di trascinamento parzialmente negativo sul 2006».