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L'Europa punterà forte su artigiani e Pmi

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Appello di Bruxelles ai governi: servono politiche di sostegno per lo sviluppo delle piccole imprese

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Un principio da applicare sistematicamente e diventare elemento portante di tutta la legislazione a livello comunitario e nazionale. Questo il richiamo che l'Unione europea ha fatto ai governi nazionali nel meeting, che si è tenuto nei giorni scorsi a Bruxelles, tra i 25 premier europei. Alle Pmi, il Consiglio europeo ha infatti riconosciuto che anno un «ruolo cruciale» nel sostenere la crescita e creare posti di lavoro in Europa. Occorre quindi elaborare «politiche globali di sostegno per le Pmi di ogni genere», ha spiegato Bruxelles, non dimenticando di menzionare la necessità di un «quadro normativo semplice, trasparente e di facile applicazione». Da qui l'invito alla Commissione Ue a «presentare disposizioni specifiche per incoraggiare la crescita e lo sviluppo» delle Pmi, oltre all'auspicio che gli stati istituiscano entro l'anno prossimo uno «sportello unico» (o istituzioni equivalenti) che consenta di «avviare un'impresa in modo rapido e semplice». Sul fronte occupazionale, prendendo nota della ripresa economica in corso, il Consiglio ha rimarcato che sono «necessarie ulteriori misure attive per realizzare un aumento dell' occupazione di almeno due milioni di posti di lavoro all'anno fino al 2010». Nel dettaglio, inoltre, i 25 hanno battuto sul tasto che «urge migliorare la situazione dei giovani sul mercato del lavoro e ridurre significativamente la disoccupazione giovanile». Per la fine dell'anno prossimo, secondo il Consiglio, a tutti i giovani che hanno lasciato la scuola, e sono disoccupati, dovrebbe essere offerto «entro sei mesi» un lavoro, un apprendistato, una formazione supplementare o qualsiasi altra misura che ne favorisca l'inserimento professionale. Per una maggiore crescita economica, e una maggiore tutela dei cittadini, ci vuole in ogni caso più concorrenza, hanno osservato i 25, autoinvitandosi ad agire, su questo fronte, in maniera coerente. Il Consiglio «è cosciente del ruolo importante della Concorrenza per garantire il successo delle industrie europee» e «fa appello agli stati affinchè intervengano», poichè «una politica dinamica della concorrenza, un quadro regolamentare che faciliti l'accesso ai mercati e una riforma degli aiuti di stato rappresentano gli strumenti chiave per adottare misure di stimolo all'innovazione e incidere in maniera efficace sulle risorse produttive». Sul fronte fiscale, infine, il Consiglio Ue prende atto del fatto che 12 paesi europei su 25 si trovano in situazione di deficit eccessivo, ossia con un disavanzo superiore al 3% del pil, e che numerosi stati hanno un rapporto debito-pil che oltrepassa il 'tettò del 60% del prodotto interno lordo.

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