Enel, offensiva francese contro la golden share
In una lettera inviata al commissario Charlie Mc Creeevy, l'ad di Suez Gerard Mestrallet attacca i poteri previsti dalla golden share e denuncia la situazione «sorprendente e squilibrata» in cui il suo gruppo si viene a trovare a causa dei diritti dello Stato italiano in Enel, in contrasto con «le disposizioni che regolano la libera circolazione dei capitali sul mercato unico europeo». Perciò chiede alla Commissione, che «ha la responsabilità di preservare il mercato unico», di mettere tutti i player sullo stesso piano sul fronte della regolamentazione e di «prendere misure urgenti per preservare l'uguaglianza di trattamento per tutti gli operatori». Secondo Suez è inaccettabile che lo stato italiano, primo azionista in Enel con il 31%, disponga anche del diritto di bloccare al 3% i diritti di voto di un nuovo azionista. Da parte italiana si sottolinea però che questa disposizione non ha nulla a che fare con il decreto anti-Edf votato per impedire che l'azienda francese prendesse il controllo di Edison e mira solo a preservare gli interessi vitali dello Stato. Inoltre il limite del 3% decade in caso di lancio di un'opa, come stabilisce la stessa legge Draghi che lo ha previsto. Suez deve nel frattempo combattere anche sul fronte belga, con il governo di Bruxelles che esige una lunga lista di cessioni per ottenere il via libera alla sua fusione con GdF. Il ministro dell'energia Andrè Antoine si è pronunciato a favore della cessione di «qualche centrale nucleare» mentre il numero 2 di Suez, Jean-Pierre Hansen ha escluso la cessione di asset nucleari. Continua anche lo scontro a livello politico tra Roma e Parigi, con il ministro delle attività produttive Claudio Scajola che, commentando l'iniziativa di Suez, ha denunciato ieri la «concezione bizzarra» che la Francia ha del libero mercato. Venerdì il presidente Jacques Chirac aveva invece denunciato il progetto di opa di Enel su Suez cone «un'operazione puramente finanziaria» che mirava allo spezzatino del gruppo francese. «Una presa di posizione sufficientemente forte» da fare pensare al presidente dell'Eni Roberto Poli che «l'opa probabilmente non si farà».