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Unicredit, sempre più vicina la fusione tra Bph e Pekao

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La Polonia apre a Piazza Cordusio e propone un tavolo per negoziare un accordo

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Ieri, a Varsavia, l'incontro fra il premier polacco Kazimierz Marcinkiewcz e l'amministratore delegato Alessandro Profumo si è chiuso con un calendario di lavori che ha spinto il banchiere a dirsi «fiducioso» sulla possibilità di sciogliere il nodo Bph. Il negoziato partirà lunedì con colloqui tecnici su più tavoli tra il management del gruppo italiano e il governo polacco. Che punta a trovare a una soluzione di compromesso prima del 5 aprile, quando la Commissione di supervisione bancaria (Knb), presieduta dal governatore della banca centrale (Nbp), Leszek Balcerowicz, tornerà a riunirsi per un possibile via libera, malgrado le pressioni politiche in senso contrario, all'esercizio dei diritti di voto di Unicredit sul 71% di Bph. Decisione, questa, che aprirebbe la strada alla fusione con Pekao. Nel dettaglio, secondo le indiscrezioni i tavoli di lavoro cui parteciperanno i tecnici del ministero del Tesoro e gli esponenti di Piazza Cordusio dovranno in meno di tre settimane preparare uno schema che servirà come base per la decisione della Commissione. Il compromesso possibile, del quale avrebbero parlato il premier polacco e Profumo, riguarderebbe in primo luogo la salvaguardia dei livelli occupazionali, visto che dalla fusione fra le due banche controllate da Unicredit sono previsti esuberi che vanno da 3 mila a 6 mila unità. Uno dei nodi da affrontare riguarderebbe le zone dove l'operazione porterebbe a una sorta di monopolio, perché l'istituto post fusione avrebbe in mano l'80% degli sportelli. Chiuso questo dossier Profumo si dovrà dedicare a un'altro fronte. Quello della piena integrazione con la Hvb tedesca. Questa infatti si era fortemente sbilanciata, negli ultimi anni, nel settore dei mutui accusando poi perdite consistenti con la frenata dei prezzi degli immobili in Germania.

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