Il ministro Scajola assegna la low cost varesina in crisi a Giancarlo Cimoli
Ieri, dopo una lunga guerra nei tribunali di Roma e Milano scatenata dalla concorrente Air One. E una procedura di gara protratta per mesi, il ministro delle Attività produttive, Claudio Scajola, ha firmato il provvedimento che assegna la low cost all'azienda guidata da Giancarlo Cimoli. Proprio quella che era risultata la vincitrice dell'asta che si era conclusa lo scorso 28 dicembre, ma che tra rinvii e ricorsi non era stata ancora aggiudicata. Volare che era arrivata alla stadio dell'amministrazione controllata dopo il crack da 500 milioni di euro accertato lo scorso anno, ha ora trovato un nuovo gruppo di riferimento. Alitalia ne assumerà la gestione dalle mani del commissario Carlo Rinaldini, l'amministratore che aveva raccolto le ceneri della compagnia low cost ridotta sul lastrico da una gestione spericolata condotta dal gruppo dirigente che messo al comando dal fondatore dell'impresa, il gioielliere Gino Zoccai. La parola fine alla querelle non pè stata però ancora scritta, perché sulla cessione ha continuato a mostrare la sua contrarietà il ministro leghista del Welfare, Roberto Maroni, che ieri si è limitato a prendere atto della decisione senza condividerla. Ovvia poi la reazione del gruppo aereo Air One che si è dichiarato contrariato dalle decisione del dicastero di via Veneto. La compagnia dell'imprenditore di Chieti, Carlo Toto, ha parlato di «giustizia calpestata», ha preannunciato un intervento dell'Antitrust e l'intenzione di non gettare la spugna. «Un'azienda sotto aiuti di Stato per il suo salvataggio non può acquistare imprese concorrenti», ha ribadito la società esclusa dalla gara, che imputa ad Alitalia di aver sperperato «4,3 miliardi di euro negli ultimi 10 anni. Circa 1,17 milioni di euro al giorno, e ancora non è risanata». In sede di gara l'offerta dell'Alitalia, presentata con l'obiettivo di costituire una controllata low cost da affiancare alla compagnia ordinaria, è stata giudicata dagli advisor la migliore in assoluto, sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista industriale. In gara ha totalizzato il miglior punteggio calcolato su importo, piano industriale e garanzia dei livelli occupazionali: 993 punti rispetto ai 905 di AirOne, ai 647 di Meridiana-Eurofly, ai 571 di Miro Radici e ai 387 di Windjet. Anche per quanto riguarda l'offerta economica Alitalia ha messo sul piatto 38 milioni, AirOne 29, Meridiana-Eurofly 23,46, mentre Radici e Windjet hanno presentato un prezzo simbolico di 100 mila euro ciascuno. Soprattutto, Alitalia si è impegnata (così come Air One) a garantire l'attuale livello occupazionale (6-700 lavoratori) con un piano industriale che prevede un forte rilancio delle attività. Queste risultano infatti anche le condizioni poste da Scajola per l'assegnazione della gara: l'aggiudicatario dovrà, infatti, «prevedere l'obbligo della società acquirente a proseguire per almeno un biennio le attività imprenditoriali e a mantenere per il medesimo periodo i livelli occupazionali». L'inserimento del low cost nel complesso delle attività di Alitalia è invece ancora tutto da verificare: non a caso gli stessi sindacati chiedono ora di approfittare del prossimo incontro di fine marzo con il governo per conoscere le ricadute dell'acquisizione sul piano industriale di Cimoli. «Il via libera deve condurre Alitalia a rileggere il piano», spiega il segretario della Fit-Cisl Claudio Claudiani, che pensa agli effetti sul mercato domestico, mentre dalla Cgil, il responsabile di settore Roberto Scotti richiede «garanzie» su occupazione e «condizioni di lavoro dei dipendenti del gruppo Volare». Anche altre compagnie aeree non mancano di sottolineare possibili conseguenze sui conti di Alitalia, soprattutto dopo i rilievi mossi al bilancio dal revisore Deloitte and Touche, che solo nelle ultime ore ha reso noto il suo giudizio evidenziando la necessità di «ritrovare un equilibrio economico stabile».