di PIETRO MORONI L'ECONOMIA è al palo, il debito pubblico in rapporto al Pil, dopo dieci anni, è tornato ...
Un quadro preoccupante quello dipinto ieri dal bollettino economico di Bankitalia, che ammonisce: «La ripresa congiunturale, che pure è già in atto, non può bastare a far ripartire il sistema-Italia, che ha bisogno invece di azioni di lunga lena in grado di risolvere i problemi strutturali, al tempo stesso garantendo sul versante dei conti pubblici la stabile riduzione del rapporto tra debito e Pil». Sono appunto questi i punti sui quali si sofferma il bollettino dell'istituto guidato dal governatore Mario Draghi: la necessità di sciogliere i nodi strutturali e quella di abbattere il debito pubblico in rapporto al pil. Che lo scorso anno, per la prima volta dal 1994, è tornato a salire al livello del 106,4% che si raffronta al 103,8% dell'anno prima. Si tratta di dati elaborati in base ad alcune revisioni statistiche, che riguardano debito, fabbisogno e Pil e che di conseguenza non possono confrontarsi con le ultime previsioni del Governo. Per l'anno in corso, invece, Bankitalia ricorda come la spesa primaria sia destinata a ridursi di circa un punto percentuale in termini reali. Un obbiettivo che richiede interventi in grado di mettere sotto controllo «in maniera permanente» le spese degli enti pubblici, in particolare quelli periferici. Sul fronte dell'occupazione, secondo i dati di via Nazionale, l'anno passato si è avuta per la prima volta dal 1995 una contrazione dei posti di lavoro a tempo pieno, -0,4%, mentre il numero delle persone occupate è al tempo stesso cresciuto dello 0,2%. La contraddizione si spiega con il «forte aumento delle posizioni lavorative a orario ridotto». Circa la metà dei nuovi giovani occupati è rappresentato da posti di lavoro a termine. Mentre l'indebitamento delle famiglie italiane è arrivato al 30% del Pil, contro il 18% del 1996, per via sopratutto del ricorso ai mutui-casa. Si resta in ogni caso ampiamente al di sotto della media dell' area-euro (56%) e degli Usa (90%).