di GIOVANNI LOMBARDO L'IPOTESI di aggregazione tra Banca Intesa e Capitalia è sempre più lontana.
Una nota al mercato che per l'istituto di Corrado Passera suona come una sorta di smentita rispetto alle intenzioni di muovere su Roma manifestate nei giorni scorsi. Capitalia, invece, ha ribadito seccamente «l'inesistenza di ipotesi allo studio, di contatti, di trattative e quindi di un eventuale calendario in relazione alla fattibilità di un'operazione di fusione o di integrazione». Una mossa apprezzata dai sindacati dei bancari, visto che una possibile integrazione tra Intesa e Capitalia avrebbe potuto portare ad oltre 8mila licenziamenti, di cui circa 5mila stimati su Roma. Passera, oltre a precisare che «nessuna operazione straordinaria è stata esaminata dalla direzione del patto», ha però affermato che su Capitalia «si sta aspettando». Una dichiarazione che appare come un pressing sull'ad di Via Minghetti, Matteo Arpe, affinché faccia un passo in avanti nella direzione voluta da Banca Intesa e dalla sua compagine azionaria, interessata a trovare un accordo amichevole. Anche questa via, però, sembra difficile da percorrere. Capitalia, infatti, ieri ha anche espresso «vivo disappunto per il permanere di una situazione di non chiarezza riconducibile alla presenza sul mercato di informazioni contraddittorie». Un clima di incertezza che ha portato al blitz «difensivo» di Arpe con l'acquisto del 2,02% di Intesa ufficializzato venerdì scorso. Diversi i toni che utilizza Banca Intesa nella sua comunicazione al mercato: «non ci sono trattative in corso» ma la banca «è interessata a un'operazione di aggregazione amichevole» che «potrebbe portare alla creazione di una banca di grande successo e di standing europeo per le importanti valenze industriali dell'operazione». E ancora, «è presto per fare previsioni» ma l'integrazione porterebbe «sinergie potenziali misurabili in centinaia di milioni di euro». I soci di Capitalia al momento sostengono Arpe nel suo progetto di difesa della banca, compresa la Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, esterna al patto di sindacato. Tutti restano comunque in attesa di vedere nel concreto l'evoluzione della situazione. Oggi si potranno avere indicazioni più precise dalla Fondazione Manodori (3,884%), che in serata si riunisce a Reggio Emilia. Per lunedì è fissato da tempo un cda di Capitalia per l'esame del bilancio 2005 e al momento non risulta in programma un incontro del Patto di sindacato della banca. Nonostante le smentite di accordo e di avvio di trattative il titolo Capitalia resta comunque poco sotto i sette euro, stabile sulla quotazione della vigilia.