di GIULIO STRADA CAPITALIA di nuovo in luce in Borsa: i titoli dell'istituto capitolino hanno archiviato ...
Gli operatori continuano quindi a ritenere la banca romana una delle protagoniste del processo di consolidamento del sistema e non ritengono abbandonata la partita con Intesa, che ieri a Piazza Affari ha segnato un lieve progresso dello 0,75% a 5,093 euro. Alla possibile creazione di un asse Roma-Milano ha fatto riferimento, sempre ieri, il presidente del gruppo Telecom-Pirelli, Marco Tronchetti Provera. È necessario lasciare che Capitalia e Intesa «parlino tra loro», ha detto, perchè «devono essere le parti a decidere». Pirelli è membro del patto di sindacato della banca romana con una quota dell'1,92%. In casa Capitalia un'occasione per fare il punto sulla situazione potrebbe essere il cda in programma il prossimo 20 marzo per l'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2005. Intanto, da Brescia, dove ha partecipato al cda di Banca Lombarda, il presidente di Intesa Giovanni Bazoli non è voluto tornare sull'argomento Capitalia. «Oggi parliamo di Banca Lombarda non di altre banche», si è limitato a dire a chi gli chiedeva se nel corso del cda dell'istituto di credito bresciano, che è uno degli azionisti di Banca Intesa, si sarebbe parlato anche di temi vicini al risiko bancario. Alcuni rumors ipotizzano che Intesa potrebbe cedere proprio Banca Lombarda al Credit Agricole per avere un via libera in altre operazioni. Bazoli ha comunque sottolineato che i rapporti fra Intesa e Credit Agricole, primo azionista della banca milanese, «sono ottimi». L'amministratore delegato di Intesa Corrado Passera, a Londra per il road show di presentazione del bilancio, ha ribadito che l'istituto intende procedere sulla strada delle aggregazioni amichevoli. I 50 investitori, analisti e gestori internazionali incontrati da Passera si sarebbero espressi favorevolmente su un'eventuale integrazione Capitalia-Intesa. La situazione resta in movimento e voci non confermate parlano di consistenti acquisti di azioni Capitalia da parte di alcuni imprenditori romani, che puntano a rafforzare appunto la «quota romana» nella prospettiva di un'aggregazione con Intesa.