Bocciatura per l'Irap, presto i rimborsi
L'imposta è in contrasto con la direttiva sull'Iva. Alle imprese sarà restituito un miliardo di euro
L'imposta regionale sulle attività produttive ha incassato ieri una nuova bocciatura dall'avvocato generale dell'Unione europea che l'ha ritenuta in contrasto con la seta direttiva Ue sull'Iva. Un secondo pronunciamento, dopo quello di un anno fa, che di fatto condanna a morte un balzello messo alla gogna da tempo dalle imprese. Ma adesso il Governo dovrà fare i conti con un possibile buco di bilancio di 35 miliardi di euro, mentre i professionisti si preparano ad affrontare l'ondata di richieste di rimborso. A quasi un anno di distanza dalle conclusioni del suo collega Francis Geoffrey Jacobs, che ha lasciato la Corte europea di giustizia del Lussemburgo nel gennaio scorso, anche l'avvocato generale Ue Christine Stix-Hackl ha ritenuto che la sesta direttiva europea sull'Iva «vieti» un'imposta come l'Irap. Nelle sue conclusioni pubblicate ieri, che non sono vincolanti per il pronunciamento della Corte anche se nella pratica sono spesso seguite, l'avvocato ha tuttavia proposto dei paletti ben precisi quanto agli effetti della futura sentenza: dovrebbero entrare in vigore «solo a partire dalla fine dell'esercizio tributario durante il quale la stessa sentenza sarà pronunciata», presumibilmente entro la fine del 2006. Gli effetti sui conti pubblici, quindi, si avrebbero nel 2007. L'unica eccezione è accordata a coloro che per ottenere i rimborsi avevano promosso azioni legali prima del 17 marzo 2005, ossia la data in cui l'avvocato Jacobs ha presentato le sue prime conclusioni. Nelle sue conclusioni l'avvocato generale Stix-Hackl ribadisce che l'Irap, istituita dall'Italia il 15 dicembre 1997 e introdotta dall'allora ministro delle finanze Vincenzo Visco, possiede le caratteristiche essenziali dell'Iva e come tale è quindi vietata dalla sesta direttiva quadro. All'Italia, tuttavia, l'avvocato concede delle aperture ricordando che la Commissione Ue nel 1997 aveva garantito all'Italia che l'Irap fosse compatibile con il diritto europeo. Per questo, sottolinea Stix-Hackl, «risulta giustificata una limitazione nel tempo degli effetti della sentenza». Secondo una stima, avanzata da Paolo Moretti, consigliere nazionale dei ragionieri commercialisti, gli eventuali rimborsi potrebbero ammontare al massimo ad un miliardo di euro. Le conclusioni dell'avvocato hanno provocato diverse reazioni, prima fra tutte quella del ministro del Tesoro Giulio Tremonti che ha attaccato: «L'Irap è stata una follia. Bisogna essere comunisti per imporre delle tasse sul reddito, sul lavoro e sul debito». Non si è fatta attendere la reazione del responsabile economico della Margherita Enrico Letta: «Se l'Irap è una tassa così dannosa e comunista perché Berlusconi e Tremonti dopo averne promesso l'abolizione in tutte le ultime campagne elettorali non ne hanno modificato nemmeno una virgola? La reazione del governo è demagogica e contraddittoria».