Enel, Roma e Parigi sempre più lontane
Non si apre alcun negoziato tra i due Paesi. L'Opa sul gruppo elettrico Suez è adesso più vicina
L'incontro di ieri tra il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti e il collega francese Thierry Breton non porta all'apertura di nessun negoziato tra i due Paesi dopo la ventilata Opa di Enel su Suez e la decisione di quest'ultima di fondersi con Gaz de France. Nessun avvicinamento, quindi, tra Roma e Parigi, conferma Tremonti alla fine del colloquio. A questo punto una iniziativa dell'Enel potrebbe essere oramai vicina, dopo che la linea di credito per una eventuale Opa è stata trovata con un accordo con le banche. Fonti finanziarie continuano a ritenere possibile l'apertura del dossier nel fine settimana, anche se a questo punto, dopo l'ennesimo fallimento dell'iniziativa diplomatica, non sarebbero da escludere iniziative più ravvicinate. La strada dell'Opa, qualora venga intrapresa, non esclude comunque che in futuro si possa giungere ad un accordo tra l'azienda italiana e quelle francesi. Ovviamente, il nodo resta il controllo di Electrabel, il gruppo belga ambito dalla società elettrica guidata da Fulvio Conti. La missione diplomatica del ministro italiano inizia in mattinata a Londra, con un incontro con il cancelliere allo Scacchiere, Gordon Brown. Tra i due responsabili delle finanze si trova sintonia di intenti, riferisce Tremonti, nella ricerca di una posizione europea «e non bilaterale». Oggi «Italia e Regno Unito - mette in evidenza il ministro italiano - presenteranno le loro posizioni in sede Ecofin e credo che saranno molto simili». Poi Tremonti vola a Bruxelles per incontrare Breton. Prima del summit il ministro francese dice alla stampa che la risposta di Parigi ai rilievi mossi dalla commissione dopo l'operazione GdF-Suez è stata presentata. Anche a Tremonti, aggiunge Breton. Il preludio lascia quindi prevedere un nulla di fatto tra le due delegazioni, che puntualmente viene confermato al termine dell'incontro, prima che Tremonti e Breton prendano parte alla riunione dell'Eurogruppo. Il governo di Parigi, secondo quanto riferito da Breton, non si smuove dalla propria posizione e ribadisce come l'iniziativa della fusione tra le società energetiche transalpine sia stata presa autonomamente dalle due società e soltanto supportata dal governo di Parigi, in qualità di primo azionista. Italia e Francia confermano l'amicizia, dice il responsabile di Bercy, così come la «necessità» dell'incontro tra i due ministri per chiarire i rispettivi punti di vista, ma nulla di più. Tremonti, dal canto suo, conferma che in gioco non è soltanto il caso Enel, ma la difesa del mercato unico europeo, e quindi dell'Unione stessa.