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Enel, Scajola promuove l'attacco a Parigi

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Il ministro delle Attività produttive: «Un'eventuale opa su Suez è ben vista dal governo»

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«Come governo abbiamo sempre agevolato le imprese italiane che si vogliono espandere oltre confine. Quindi, ogni azione delle aziende, ed Enel è una delle più grandi, intenzionata a crescere fuori, nel rispetto delle regole, è ben vista» ha detto Scajola. Un gioco di tattiche quello che si sta giocando sul tavolo del risiko energetico europeo che vede Enel impegnato nella partita per la conquista di Electrabel. Un partita per la cui soluzione bisognerà comunque attendere ancora, almeno - si ventila tra gli addetti ai lavori - un'altra settimana. La strategia resta quella dei due fronti: quello finanziario con il gruppo italiano al lavoro sugli ultimi dettagli di un'offerta da 50 miliardi di euro su Suez che controlla la società elettrica belga, pronto a sferrare l'offensiva. E quello politico, con la diplomazia dei due governi impegnata in un lavoro sotterraneo ma costante, mentre prime indiscrezioni che rimbalzano da oltralpe lasciano intendere l'esistenza di qualche seppur minimo segnale di apertura ad una possibile trattativa. «La discussione sarà forte e positiva», ha sottolineato il ministro dell'economia Giulio Tremonti - che lunedì in occasione dell'Ecofin potrebbe parlare del dossier con il collega francese Breton - riferendosi al dibattito sull'energia. In ogni caso il lancio dell'opa dell'Enel, anche se potrebbe tradursi in una mossa meramente tattica, sembra ormai scontata. I francesi - fanno notare fonti finanziarie che seguono il dossier - attendono un offerta «scritta e credibile» per aprire le negoziazioni. L'Enel così va avanti nella messa a punto del suo progetto «Olimpia» di attacco: nel quartier generale del gruppo il lavoro è febbrile e mentre fonti che seguono il dossier escludono novità a stretto giro, i riflettori si puntano sulla prossima settimana. Con qualche voce che ventila la presentazione dell'Opa nel weekend del 18 marzo, mentre si iniziano a delineare i dettagli dell'operazione di finanziamento del pool di banche al fianco di Enel. Il prestito sindacato dovrebbe essere coperto, per un 50% ciascuno, dal fronte degli istituti italiani e da quello delle banche oltre frontiera.

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