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Tutto pronto per l'opa da 50 miliardi

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Attesa per gli sviluppi diplomatici

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Il missile è puntato, resta solo da capire quando sarà premuto il bottone. Ieri il cda ha dato pieni poteri all'amministratore delegato, Fulvio Conti, nel proseguire con l'operazione finalizzata all'acquisto della belga Electrabel, controllata dal gruppo elettrico d'oltralpe. La bozza di prospetto e la griglia del finanziamento bancario sono già sul tavolo. Ma Enel intende attendere ancora per valutare i passi in avanti della diplomazia e della politica tra Italia e Francia. Il momento chiave potrebbe essere l'incontro di lunedì prossimo tra il ministro dell'economia Giulio Tremonti e il collega francese Thierry Breton a Bruxelles, dove i due si ritroveranno per partecipare alla riunione dell'Eurogruppo. Conti, quindi, guarda con molta attenzione gli sviluppi sul fronte diplomatico: la Commissione europea ha chiesto ai francesi di Gaz de France e Suez chiarimenti sulla fusione annunciata nei giorni scorsi per alzare le barricate contro l'offensiva italiana. E poi c'è il vertice di capi di stato e di governo dell'Ue in programma il 22-23 marzo che sarà interessato della questione. Eventuali prese di posizioni dell'Ue sulla vicenda potrebbero anche creare le condizioni per riaprire la possibilità di un accordo per la cessione di Electrabel, senza il ricorso ad un offensiva su Suez. Dal punto di vista finanziario, invece, non ci sono problemi per Enel ad affrontare l'opa. Il sì delle banche al finanziamento da 45-50 miliardi facilita la strada al gruppo elettrico che, come affermato più volte, ha già 15 miliardi da investire. Un esborso totale che potrebbe essere compensato con la cessione delle attività non energetiche di Suez, vale a dire acqua e rifiuti, stimate in 15-20 miliardi, per cui Enel è alla ricerca di partner interessati. E poi non è escluso che, in una fase successiva, Enel possa alleggerire il debito con la cessione di una quota della belga Electrabel, mantenendo la quota di maggioranza. Altri proventi arriverebbero, poi, dalla cessione delle partecipazioni di Electrabel in Italia, come quella nella ex genco Tirreno Power, dove i belgi hanno da tempo una joint venture con l'ex municipalizzata romana Acea. La riunione del cda di ieri è durata circa 9 ore. Conti oltre a illustrare il suo piano, ha aggiornato i consiglieri anche sui contatti con le banche per il possibile ricorso all'arma dell'opa. Nell'incontro si sarebbe così parlato del «Projet Olympe» - questo il nome in codice del piano di attacco - che prevedrebbe il finanziamento da 50 miliardi, cui avrebbero già aderito una decina di banche, in tre tranche e la possibilità di andare avanti con l'offerta anche attraverso la creazione di una newco. «Se l'operazione si realizza sarà una bella operazione, e noi ci siamo», ha detto ieri il direttore generale di San Paolo-Imi, Pietro Modiano unendosi alle indicazioni arrivate da Mediobanca che è pronta ad appoggiare l'operazione. Stesso discorso per Banca Intesa. «Fino a oggi non vi è stato alcun contatto tra Enel e Suez: se per caso arriverà l'opa di Enel le esamineremo con attenzione. La nostra responsabilità è quella di favorire Suez e i suoi azionisti, così come noi facciamo per Banca Intesa», ha intanto fatto sapere il presidente di Credit Agricole, primo azionista francese di Suez, Ren? Carron. Sempre da oltre frontiera i sindacati francesi hanno invece annunciato di scendere in campo contro la privatizzazione di Gaz de France organizzando uno sciopero per il 23 marzo. Le azioni Enel ieri hanno perso lo 0,9% in Borsa con il titolo a 6,849.

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