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Enel, tutto pronto per l'assalto a Parigi

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I principali istituti di credito italiani pronti a sostenere l'opa sul gruppo francese Suez

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Oggi l'amministratore delegato Fulvio Conti informerà il consiglio di amministrazione sulle banche «in lizza» per finanziare l'Opa sul gruppo elettrico d'Oltralpe. Il Cda esaminerà i bilanci delle controllate e tirerà le somme del sostegno finanziario da parte delle grandi banche. Intanto, dopo una serie di fitti colloqui il pool di istituti che dovrebbe finanziare l'eventuale assalto su Suez, comincia a farsi piuttosto nutrito: finora una decina hanno espresso una disponibilità preliminare per un finanziamento che può arrivare fino a 50 miliardi. Fra i nomi italiani, figurano Mediobanca, Capitalia, Intesa, Montepaschi, San Paolo Imi e Unicredit. Fra le banche estere, Enel avrebbe dalla sua Credit Suisse, advisor della prima ora oltre che possibile banca finanziatrice, oltre a Deutsche Bank, Royal Bank of Scotland, Dresdner, e le statunitensi J. P. Morgan e Citigroup. Intanto, affiancato dagli advisor (in cabina di regia ci sarebbe anche Mediobanca) e dalla banca d'affari Vitale e associati, Enel starebbe lavorando anche sulla ricerca di un possibile alleato a cui «girare» gli asset di acqua e servizi che fanno capo al gruppo francese Suez: In questa direzione, una fonte finanziaria spiega che l'Enel avrebbe «in mente due o tre nomi». Nel dibattito sul risiko energetico europeo è intervenuto ieri il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà, chiedendo all'Europa un «intervento forte» e bocciando l'ipotesi di una fusione Eni-Enel, che darebbe vita a un «colosso mostruoso, doppio». Da parte dell'Unione europea - ha detto Catricalà a pochi giorni dal memorandum inviato dall'Enel alla Commissione sul no francese alla sua offerta - «serve una misura politica e non tecnicistica». E «se gestiamo il caso con il criterio della normalità daremo un'altra botta all'Europa», che invece deve «battere un colpo forte, adeguato rispetto al pericolo». A fargli eco da Bruxelles è stato il commissario alla Concorrenza Neelie Kroes, che ha promesso che Bruxelles giudicherà «attentamente e obiettivamente» il progetto di fusione Gaz de France-Suez e ha criticato la scelta di «certi Stati» di favorire i «campioni nazionali». «Abbiamo ascoltato il punto di vista del governo italiano - ha detto la Kroes - Abbiamo chiesto delle informazioni a quello francese. Aspettiamo delle risposte prima della metà di marzo». Sulla posizione della Francia, che di fronte alle avances dell'Enel su Suez ha schierato la fusione con GDF, è tornato oggi il ministro dell'Economia Giulio Tremonti: «Concordo. Straordinariamente interessante» è stato il suo commento a un articolo del giornale tedesco Faz che stigmatizza l'atteggiamento protezionistico della Francia. Intanto, il titolo del gruppo elettrico ieri ha chiuso in lieve progresso (+0,25% a 6,904) in una seduta generalmente negativa.

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