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Generali lancia un piano d'attacco europeo

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Utili in crescita a quota 1,9 miliardi. Pronta la strategia d'integrazione con le controllate estere

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Queste alcune delle indiscrezioni filtrate al termine del consiglio di amministrazione del Leone triestino che si è tenuto ieri nel tardo pomeriggio nella sede milanese del gruppo in Piazza Cordusio. Il piano triennale per il periodo 2006-2008 verrà presentato oggi alla comunità finanziaria, dopo un comunicato che sarà diffuso nel mattino a mercati ancora chiusi. In serata, al termine dell'incontro durato poco più di due ore e mezza i consiglieri non hanno rilasciato alcun commento. «È stato un buon consiglio», si è limitato a dire il presidente di Mediobanca, Gabriele Galateri di Genola. La strategia di Generali, secondo quanto si apprende da fonti finanziarie, sarebbe sostanzialmente suddivisa in due parti. Inizialmente il gruppo presieduto da Antoine Bernheim dovrebbe concentrare la propria azione su una forte integrazione delle attività a livello europeo, con particolare attenzione alle aree in cui la compagnia è più forte, ovvero Francia, Germania e Italia. È in questa prima parte del progetto che dovrebbero partire le operazioni di riacquisto delle controllate quotate in Germania, Austria e Svizzera, sulle quali erano già trapelate indiscrezioni nei giorni scorsi. L'integrazione comporterebbe poi anche una complessa fase di razionalizzazione e porterebbe alla nascita nel gruppo assicurativo di un unico polo europeo nell'asset management. Nella seconda fase, più propriamente espansiva, e al termine di un percorso che comunque renderà le Generali più difficilmente scalabili, la compagnia si trasformerà da potenziale preda in cacciatore. Per mettere in atto tutte queste operazioni Generali sfrutterebbe risorse già disponibili per un paio di miliardi e ricorrerebbe alla leva del debito per 2,5-3 miliardi. Partner finanziari sarebbero, in fasi diverse, la londinese Hsbc e Mediobanca, anche in vista di un'emissione obbligazionaria. Il gruppo avrebbe poi in mente un corposo riacquisto di azioni proprie, che se da un lato permetterebbe di avere cartucce per eventuali operazioni straordinarie, consentirebbe da subito il miglioramento di alcuni ratio economici. In via del tutto teorica il massimo consentito sarebbe, per legge, il 10% del capitale, che nel caso di Generali vale la bellezza di 3,8 miliardi. L'intenzione sarebbe invece quella di procedere per oltre 1 miliardo. Il gruppo controlla Generali Holding Vienna al 93,8% e la parte flottante sulla piazza austriaca in base agli attuali valori di mercato costa circa 180 milioni. Il 33% di Generali Schweiz Holding che è sul mercato vale circa 206 milioni. Mentre la tedesca Amb è controllata per il 70,9%, con una capitalizzazione che porta sopra gli 1,5 miliardi il costo del riacquisto.

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