Banca Intesa, vertici a rapporto
Oggi è prevista la riunione del patto di sindacato e del cda di Banca Intesa, mentre per mercoledì è in programma il consiglio di amministrazione di Mediobanca. Gli ordini del giorno delle due riunioni non prevedono alcunché di straordinario, ma su ambedue gli appuntamenti è puntata l'attenzione del mercato, alla luce dei rumors che hanno mosso la Borsa nelle ultime settimane. Il caso Enel, poi, ha ridestato l'attenzione sul ruolo dei francesi in Italia, che sono soci importanti sia in Banca Intesa sia in Mediobanca. Il timore di un'assalto transalpino ha alimentato le indiscrezioni su possibili fusioni e blindature dei due istituti che sono continuate nonostante le parti abbiano buttato acqua sul fuoco. La necessità di un consolidamento a livello nazionale del sistema creditizio italiano è stata evidenziata anche dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, nella sua prima apparizione pubblica dal palco del Forex a Cagliari. Il presidente di Banca Intesa, Giovanni Bazoli, proprio ieri ha ribadito che sarà una riunione di «routine» dedicata ai conti. All'esame quindi nessuna «combinazione societaria», ha sottolineato. Ma l'attenzione resta alta: i rumors indicano l'istituto guidato da Corrado Passera come una delle principali candidate a fusioni a livello nazionale, in primo luogo con Capitalia. Voce questa più volte smentita da tutte e due le parti. Il cda di mercoledì prossimo di Mediobanca, al quale non prenderà parte il presidente di Capitalia Cesare Geronzi perchè interdetto, prevede all'ordine del giorno i conti del primo trimestre. Anche in questo caso, però, si cercherà di veder al di là della facciata ufficiale per capire le future mosse. Gli occhi sono puntati sul ruolo dei francesi che, secondo alcune fonti finanziarie, avrebbero creato attorno alle quote ufficiali una cintura che li porterebbe ben oltre il 14% del capitale. Contando anche le quote in mano ai gruppi amici portoghesi (Banco Espirito Santo) e spagnoli (Santander, anche soci del patto) in pratica è facile immaginare che il pacchetto di francesi&co. possa essere attorno al 20% su cui ha speculato il mercato francese. Si tratterebbe di una posizione creata diverso tempo fa. Il finanziere Vincent Bollorè, per il fronte francese in Mediobanca, nei giorni scorsi ha sottolineato: «Siamo azionisti stabili, non abbiamo intenzione di crescere».