Draghi: tempi stretti per evitare il declino
Il Governatore: «L'Italia è in affanno, bisogna puntare subito su produttività e innovazione»
Le imprese però devono puntare su maggiore produttività e innovazione, mentre il Governo che uscirà vincitore dalle prossime elezioni dovrà prendere provvedimenti decisi e veloci, perché dopo il rialzo di un quarto di punto dei tassi deciso dalla Bce nei giorni scorsi «il tempo per il risanamento dei conti pubblici si è fatto breve». È l'analisi del governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ieri alla sua prima uscita pubblica da quando si è insediato a Palazzo Koch. Davanti ai rappresentanti del mondo del credito e degli operatori finanziari, riuniti a Cagliari per l'appuntamento annuale del Forex, Draghi ha sottolineato come sia «necessario trovare soluzioni durature e darne conto con chiarezza alla collettività». Anche perché «caduto il rimedio illusorio delle svalutazioni competitive, l'aumento della produttività resta l'unica via per creare prosperità, fornire una solida e sostenibile base alla crescita dei redditi, garantire lo sviluppo». L'invito è rivolto alle imprese, dal momento che, sottolinea il numero uno di via Nazionale, l'Italia è in ritardo nel cogliere le occasioni offerte dalla rivoluzione tecnologica e della comunicazione. «Il divario è massimo nella produttività totale dei fattori - osserva Draghi - Il deficit di crescita rispecchia la difficoltà del sistema produttivo a competere». Davanti alla sfida internazionale «il paese è entrato in affanno», ma, sottolinea il governatore, dopo «il ristagno del 2005, all'inizio di quest'anno si coglie qualche segnale di ripresa». In ogni caso «rimangono incertezze sull'entità e sulla stabilità della crescita dell'economia, su cui pesano questioni strutturali irrisolte». Dagli anni Novanta, mette ancora in rilievo Draghi, l'economia «si è come insabbiata». Gli indicatori congiunturali e le valutazioni di breve e medio periodo dei principali previsori «vedono ora il pil italiano in ripresa, ma non è ancora abbastanza, perchè la crescita attesa del pil si mantiene su tassi inferiori a quelli potenziali, già più bassi che nei principali paesi». Nell'analisi del numero uno di Bankitalia «l'Italia continua a trarre scarso beneficio dalle condizioni favorevoli che prevalgono nel commercio e nella finanza internazionali: nel 2005 il pil non è cresciuto, i nostri prodotti hanno ancora perso quota nel mercato mondiale, il disavanzo nel bilancio si è ampliato». Sul rialzo dei tassi deciso giovedì dalla Bce, Draghi sottolinea che «mantenere le aspettative di inflazione saldamente ancorate a un livello coerente con la stabilità dei prezzi è essenziale per la crescita e la creazione di posti di lavoro».