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Energia, ultimatum di Bruxelles alla Francia

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La Commissione dà 15 giorni di tempo a Parigi per fornire chiarimenti sulla fusione Gdf-Suez

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La Commissione ha dato due settimane di tempo all'esecutivo di Parigi per fornire tutti i chiarimenti sull'operazione che punta a ostacolare i piani di espansione di Enel in terra d'oltralpe (la scadenza del termine è il 17 marzo). L'annuncio arriva dopo che l'altro ieri il commissario al mercato interno, Charlie McCreevy, ha inviato una lettera, tramite la rappresentanza di Parigi a Bruxelles, «alle autorità francesi» sul progetto di merger transalpino. «La lettera solleva una serie di questioni», soprattutto al fine di avere informazioni sulla «sequenza degli eventi circostanti la fusione», ha commentato il portavoce di McCreevy. Intanto sul fronte italiano scoppia la polemica tra il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e il numero uno delle Attività produttive, Claudio Scajola. Quest'ultimo ieri ha ribadito che l'indirizzo di politica energetica è competenza del suo ministero e non di via Venti Settembre. Parigi sotto assedio. Negli ultimi giorni si è riversata su Parigi una valanga di accuse. Mentre su Bruxelles da più fronti si è scatenato un vero e proprio pressing affinché la Commissione intervenisse come arbitro della partita. In prima linea il Governo italiano, con la visita del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti e con l'invio di un memorandum informativo da parte dell'Enel, interessato all'acquisizione della belga Electrabel, controllata da Suez. L'accusa rivolta alla Francia è quella di avere alzato le barricate per impedire l'offensiva del gruppo elettrico italiano. Infatti l'attenzione di Bruxelles è puntata sul fatto che la fusione Gdf-Suez «è stata annunciata solo dopo l'interruzione dei negoziati tra la società Veolia e il gruppo italiano Enel». Duello Tremonti-Scajola. La politica energetica «non è decisa dal Tesoro - ha detto ieri Scajola - c'è un equivoco in base al quale siccome l'azionista è lo Stato e la cassa è al Tesoro allora il Tesoro è padrone della società». Nelle affermazioni del ministro Scajola sembra leggersi più che un disappunto sulla gestione della vicenda francese. Tremonti, almeno secondo quanto risulta dal memorandum dell'Enel inviato alla Commissione europea, era stato informato sugli sviluppi dell'operazione Suez dal numero uno dell'azienda elettrica il 9 febbraio, mentre al dicastero competente i dettagli - scrive lo stesso Enel nell'appunto recapitato all'Ue - sono arrivati solo 12 giorni dopo.

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