Istat, più posti di lavoro nei servizi
Nel 2005 il comparto ha frenato l'emorragia dalla grande impresa
Più rosea la situazione nei servizi, in cui si registrano più posti di lavoro rispetto all'anno precedente. Ma alla fine la vitalità del comparto non è sufficiente a compensare il calo nell'industria. Così il saldo 2005 è negativo e le grandi imprese perdono complessivamente lo 0,3% dell'occupazione. Anche se si tratta, come precisano i tecnici dell'Istituto di Statistica (Istat), della «perdita più contenuta di posti di lavoro dal 2000». Se si fa un calcolo sugli indici di occupazione forniti dall'istituto di via Cesare Balbo si evince che, nel 2005, sono stati persi approssimativamente 6-7 mila posti di lavoro nelle grandi imprese. L'emorragia di posti dai lavoro ha interessato esclusivamente l'industria, mentre i servizi hanno guadagnato qualche posizione. I lavoratori che non hanno avuto la sfortuna di perdere il posto si sono consolati con il fatto che le loro retribuzioni hanno tenuto il passo. Nel 2005 i salari sono cresciuti del 2,1% (più dell'inflazione che lo scorso anno si è attestata all'1,9%) ma anche per la busta paga, l'industria e i servizi hanno continuto a correre a due velocità. Preoccupati i sindacati: Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto «un'urgente politica industriale». Positiva invece la lettura dei dati Istat da parte del sottosegretario al Lavoro Maurizio Sacconi che ha sottolineato la necessità di «sostenere la grande industria dei servizi». Retribuzioni. Nel 2005 la retribuzione lorda media per dipendente nelle grandi imprese è aumentata del 2,1%. A dicembre l'aumento tendenziale è stato del 2,5%. I salari sono cresciuti più nei servizi (+2,6%) che nell'industria (+1,2%). Ma, avverte il numero uno della Uil Luigi Angeletti, «in termini reali i salari diminuiscono». Sempre in media d'anno più accentuato è stato l'aumento del costo del lavoro: +2,3% per dipendente e più 3,1% per ora lavorata. Occupazione a dicembre. Nel 2005 le grandi imprese hanno perso lo 0,3% dell'occupazione al lordo della cassa integrazione, mentre al netto della Cig la variazione è pari a -0,4%. L'industria ha perso l'1,7% dell'occupazione, mentre i servizi nel 2005 hanno guadagnato mezzo punto percentuale. Nel solo mese di dicembre, rispetto allo stesso mese del 2004, l'industria ha perso 10 mila posti, mentre i servizi ne hanno guadagnati 12mila. Marigia Maulucci della Cgil evidenzia che «la nostra economia non esce dalla crisi del proprio apparato produttivo industriale». I dati «confermano che la crisi è strutturale e che occorre subito una politica industriale per sostenere i settore», rileva Giorgio Santini della Cisl. Tra i settori emorragia di posti nel tessile (-5,6%), guadagnano invece occupazione i grandi centri commerciali (+4,1%). Il giudizio di Sacconi. Trainano l'economia e dunque bisogna «accelerare le liberalizzazioni e i processi di esternalizzazione delle attività terziarie dalle grandi imprese industriali». «Significativo», per Sacconi, infine, anche «il dato sulle retribuzioni».