Fiat, pronto il piano di Maroni per gli esuberi
Un piano che, ha sottolineato Maroni, «non è un decreto legge per Fiat», ma che «potrebbe interessare» al gruppo del Lingotto. In arrivo il decreto sugli esuberi. Il ministro del Welfare, dopo aver detto no alla richiesta di Torino di mobilità lunga, è andato avanti sulla sua strada: chiudere la stagione degli ammortizzatori sociali anticamera dei licenziamenti e aprire quella del reinserimento nel mondo del lavoro di chi resta disoccupato. E proprio a questo, come ha spiegato ieri lo stesso ministro, dovrà servire il decreto che passerà al vaglio del pre-Consiglio oggi, per arrivare al prossimo Cdm giovedì o venerdì. «Non è un decreto legge per Fiat, anche se credo che Fiat possa essere interessata - spiega Maroni - Quello che porterò in pre-Consiglio e che dovrei portare giovedì o venerdì in Consiglio dei Ministri è un decreto per le aziende con problemi di esuberi. È un programma straordinario di reimpiego dei disoccupati con più di 50 anni. Non è mobilità lunga, non sono prepensionamenti». Una chance per il Polo elettronico abruzzese e l'ex Montefibre di Ottana. Fra le situazioni di crisi industriale che dovrebbero poter usufruire del provvedimento, ha poi precisato il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi «ci sono quella dell'ex Montefibre di Ottana, in provincia di Nuoro e quella del polo elettronico abruzzese». Nessuna reazione, al riguardo, dai vertici del gruppo del Lingotto: «Non so se la Fiat userà il programma, perchè non è certo un obbligo. A oggi non so ancora quanti sono gli esuberi della Fiat», ha spiegato Maroni. Cauti i sindacati. La Fiom afferma di non essere in grado di commentare notizie relative a decreti che non conosce. E comunque, come sostiene il segretario generale Gianni Rinaldini «qualsiasi decisione relativa a eventuali licenziamenti di lavoratori Fiat sarebbe per noi inaccettabile». Per la Fim l'importante è che l'esodo dei lavoratori sia «volontario» e che «tutti i dipendenti siano tutelati». Mentre per la Uilm il provvedimento potrebbe andare bene per le crisi industriali di Ottana e dell'Abruzzo ma che sia buono anche per Fiat «è tutto da verificare». Rally in Borsa. Sulla corsa del Lingotto a Piazza Affari, di cui è stato scambiato il 2,6% del capitale ordinario, potrebbe aver pesato l'annuncio dell'emissione di un bond da 500 milioni di euro da parte della controllata americana Cnh, i cui proventi dovrebbero essere utilizzati per il rifinanziamento del debito. Ma secondo alcuni analisti quella di ieri potrebbe essere stata anche una «corsa speculativa» motivata semplicemente dall'attesa del cda consuntivo 2005 in programma per oggi, da dove, nonostante la freddezza mostrata sull'argomento dall'amministratore delegato del gruppo Sergio Marchionne, potrebbe arrivare qualche proposta di dividendo.