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Capitalia, Il Gip ferma Geronzi per due mesi

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L'interdizione legata all'indagine Parmatour. Per il giudice è possibile una reiterazione del reato

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A pochi giorni dalla chiusura delle indagini sullo scandalo che ha travolto il gruppo di Collecchio, il presidente dell'istituto romano Cesare Geronzi, è stato interdetto dalle sue funzioni direttive. Il provvedimento, firmato dal Gip di Parma, Pietro Rogato, è motivato dal pericolo di reiterazione del reato. Immediata è stata però la reazione dei vertici dell'istituto capitolino. Il cda convocato in via straordinaria ha fatto quadrato attorno al presidente ribadendo nei suoi confronti fiducia e solidarietà unanimi. Lo stesso messaggio è stato recapitato da parte del patto di sindacato che controlla la banca. Anche la Borsa non ha espresso particolare preoccupazione per il provvedimento giudiziario. Il titolo ha chiuso con aumento del 2,49% a 6,3 euro. «Un valore in linea con quello delle principali grandi banche, a conferma della stabilità dei suoi investitori» spiegano fonti interne di Capitalia. I fatti che hanno originato il provvedimento di interdizione temporanea è legato al procedimento che risale al 2002 relativo alle vicende Parmatour (finanziamenti concessi nei primi anni 2000 al gruppo turistico di Tanzi) e Acque Ciappazzi (che Tanzi acquistò dall'allora gruppo Ciarrapico dietro la regia, secondo l'accusa, proprio del presidente di Capitalia). Nell'inchiesta il numero uno dell'istituto romano è indagato per concorso in bancarotta fraudolenta e usura. Nell'ordinanza il Gip di Parma scrive anche che Geronzi fece entrare Tanzi nel cda di Capitalia con la volontà di «proteggerlo», «proprio quando il disastro del turismo era ormai imminente». Il siluro partito da Parma verso la Capitale non ha creato una situazione di panico. Dai piani alti di Capitalia hanno fatto sapere che la situazione è stata immediatamente presa in mano e che, nonostante l'assenza forzata del presidente, il management è compatto e coeso e la banca va avanti per la sua strada, senza alcuna deviazione dalla strategia concordata tra lo stesso Geronzi e l'amministratore delegato Matteo Arpe. Una strategia che, come annunciato proprio pochi giorni fa da Arpe, vede la banca aperta a possibili alleanze, ma solo se basate su piani industriali precisi e credibili e in nessun modo ispirate da un atteggiamento difensivo. Anche i soci sono rimasti tranquilli. Anzi, l'amministratore delegato di Fondiaria-Sai, Fausto Marchionni, ha ribadito ieri che intende «dare seguito» al progetto di aumentare la propria quota in Capitalia e che l'interdizione di Geronzi «non cambia nulla». Dopo la notifica del provvedimento, avvenuta martedì sera tra le 19 e le 20, in Via Minghetti le riunioni tra il top management sono andate avanti fino a tarda notte e ieri lo stesso Geronzi ha annunciato«di aver dato mandato ai suoi legali di impugnare il provvedimento».

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