di FILIPPO CALERI È CRESCIUTA ancora Capitalia in Borsa.
Si tratta di un nuovo massimo rispetto all'ultimo picco del 6 marzo del 2000 (quando aveva toccato quota 6,30 euro). Mentre per risalire a livelli più alti bisogna tornare all'inizio del maggio 1999, quando il titolo viaggiava intorno ai 6,45 euro. A spingere gli acquisti sono state ancora una volta le attese per un coinvolgimento della banca romana nel risiko bancario. E le stime degli analisti che danno la banca vicina a un miliardo di utili nel 2005. La corsa dell'azione è stata spinta a Piazza Affari dalla notizia pubblicata sul quotidiano francese Les Echos secondo cui il Credit Agricole sarebbe pronto ad approvare una fusione tra Banca Intesa (di cui detiene il 18%) e un'altra banca italiana. E partecipare a un aumento di capitale che ne seguirebbe, per evitare una diluizione della propria quota. Tra i candidati all'aggregazione con l'istituto di Corrado Passera, il giornale ha riportato il nome del Monte dei Paschi di Siena e per l'appunto quello di Capitalia. Tanto è bastato a far partire la speculazione non solo sull'istituto romano ma anche su quello milanese. Non è questa la sola ragione, però,del risultato positivo della banca guidata da Matteo Arpe. Il mercato, infatti, attende i dati economici del 2005 che saranno approvati dal cda del 23 febbraio. Secondo le stime degli analisti intervistati l'utile maturato lo scorso anno potrebbe raggiungere quota un miliardo di euro. Un risultato che fa gola non solo ai piccoli risparmiatori ma anche ai grandi azionisti come Vittorio Merloni che ieri ha detto: «siamo soddisfatti della nostra partecipazione (0,4%) e di essere entrati nel patto di sindacato». E sulla possibilità di incrementare la quota, ha risposto «ci stiamo pensando, dipende da quanto destiniamo agli investimenti industriali perché la nostra priorità è il core business, però concentrare tutto in un solo settore è un errore». Se l'intenzione è di acquistare Merloni potrebbe anche trovare facilmente di venditori. Il numero uno del gruppo omonimo ha ricordato che Abn Amro ha già comunicato due mesi fa di voler ridurre la propria quota in Capitalia (oggi è al 7,6%) e che anche Pirelli vorrebbe fare la stessa cosa. Il forte interesse sul titolo Capitalia ha spinto al rialzo anche quello di Mediobanca che ieri ha messo a segno un +4%. Il ragionamento di molti in Borsa, è che un eventuale «conquista» dell'istituto capitolino, il cui nocciolo duro è destinato a subire modiche rilevanti in seguito alla prevista uscita di Pirelli e Abn amro, possa rivelarsi cruciale nel determinare i futuri assetti di Mediobanca nonostante in teoria l'istituto di Piazzetta Cuccia sia blindato.