AUMENTI DEL 10% PER I COSTI ENERGETICI
Il dato emerge dalle comunicazioni di alcuni dei maggiori produttori del settore che puntano il dito sul caro-energia e in particolare sulla crescita record di petrolio e gas e, in definitiva, del costo dell'energia elettrica. Un problema che accomuna diverse aziende produttrici che proprio in questi giorni stanno inviando le comunicazioni ufficiali dei nuovi listini per il cemento sfuso e in sacchi. Ma in primo piano c'è anche la trattativa per il rinnovo del contratto e lo sciopero di 8 ore per il prossimo 9 marzo proclamato dalle segreterie nazionali dei sindacati delle costruzioni Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, dopo la rottura delle trattative. E tra gli operatori del settore edile c'è «preoccupazione» per i rincari della materia prima, come sottolinea il presidente dell'Igi, Giuseppe Zamberletti, secondo cui, comunque, occorre procedere alla realizzazione delle Grandi opere strategiche per lo sviluppo del paese. «L'aumento del prezzo del cemento, sul quale pesano i problemi del caro-energia, ma più generalmente l'aumento del prezzo delle materie prime ci preoccupa. Siamo di fronte -ha sottolineato Zamberletti- a un grande problema che è la scarsità di energia dovuta all'aumento della domanda mondiale proveniente dai mercati asiatici». Adesso, spiega Zamberletti, «è necessario recuperare il tempo perduto. Il problema energetico va affrontato anche perchè di riflesso provoca anche l'aumento del costo delle grandi opere di cui abbiamo assoluta necessità. Non possiamo fermarci perchè rischiamo di compromettere il nostro sviluppo»Secondo il presidente dell'Igi, «dobbiamo rendere le infrastrutture più efficienti privilegiando le modalità di trasporto che permettono di risparmiare maggiormente energia. Come l'alta velocità che diventa una scelta obbligata per mantenere la competitivita».