Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Rieti, tutti vogliono la ferrovia All'angolo il partito del No

default_image

  • a
  • a
  • a

Succede in Sabina, alle porte della Capitale, dove Verdi, Comunisti Italiani, Rifondazione e parte dei Ds, attraverso alcuni sindaci della vallata, stanno facendo ostruzionismo alla realizzazione della tratta ferroviaria Roma Tiburtina-Passo Corese-Rieti. Ma rispetto alle popolazioni della Val di Susa, qui la maggioranza della gente vuole la ferrovia perché non è la «Tav» ma un'opera attesa da oltre un secolo e a bassissimo impatto ambientale. Se da una parte si è formato il «Comitato del No» che parla di tracciato devastante, nel capoluogo sabino si sta gonfiando di iscritti il «Comitato del Sì» e cioè delle migliaia di pendolari che ogni giorno raggiungono Roma in macchina o sui torpedoni del Cotral, compressi come le sardine. Ora, affinchè la situazione non degeneri in una «guerra tra poveri», la Conferenza dei Servizi al Ministero delle Infrastrutture sta cercando di mettere tutti d'accordo e l'iter della nuova tratta Passo Corese-Rieti va avanti. I sindaci, gli Amministratori, i tecnici hanno esposto le osservazioni locali ai dirigenti di Italferr ma il «muro contro muro», auspicato dall'estrema Sinistra ambientalista, è stato evitato. Inizialmente la Regione Lazio ha tentato la carta del «cambiamo tutto» ma poi si è dovuta rendere conto della sua posizione isolata. I parlamentari reatini Rositani (An) e Cicolani (FI), sostenitori della grande opera, ribadiscono che un treno non è nè di Destra nè di Sinistra. «A tutti i sindaci e agli enti preposti è stata data la possibilità di fare suggerimenti - hanno osservato - il ministero si è detto disponibile a correggere il tracciato in modo ragionevole e cioè restando in un'area di 150 metri dall'attuale linea di progetto. Si possono migliorare viadotti, terrapieni ma senza stravolgere la mappa, perchè gli attuali studi sono durati quattro anni e si sono rivelati particolarmente efficienti e cambiare tutto sarebbe un errore».

Dai blog