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Quella centrale che brucia soltanto denaro

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L'impianto viterbese oggi brucia olio combustibile con il pericolo costante di un aumento delle emissioni nocive per la salute dei cittadini. E pensare che l'impianto sarebbe dovuto diventare una delle più moderne centrali nucleari. I lavori erano quasi ultimati e molti soldi erano già stati spesi. Quando nel 1988, il presidente del Consiglio Ciriaco De Mita annunciò in Parlamento che la centrale Enel di Montalto di Castro sarebbe stata riconvertita da nucleare a termoelettrica con un investimento di circa 20 mila miliardi di vecchie lire, l'impianto era già stato costruito per l'80% ed erano stati spesi altri 20 mila miliardi. In quello che era stato uno dei più grandi cantieri d'Europa, con punte di 16 mila addetti, era stata ultimata la struttura che avrebbe dovuto contenere il reattore nucleare, pronto a produrre duemila megawatt di energia elettrica. Nel novembre del 1987, sull'onda dell'emozione suscitata dalla tragedia di Chernobyl, il referendum popolare ha archiviato il nucleare italiano. E per Montalto è cominciato il calvario. g.lom.

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