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La quotazione di 3 Italia si farà

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Lo afferma Hutchison Whampoa che ieri ha ceduto per 420 milioni di euro a Goldman Sachs il 10% della società che controlla 3 Italia, la Hutchison 3G Italy Investment sarl. Golman Sachs è uno dei joint global coordinator per la quotazione in piazza Affari poi ritirata della società guidata da Vincenzo Novari. Hutchison Whampoa, invece, è il gruppo cinese che controlla il 95,4% di 3 Italia. Goldman Sachs è stata concorde nel sottoscrivere questa sorta di pre Ipo (Initial pubblic offer) destinata ad un collocamento privato presso investitori istituzionali. Gli azionisti avranno successivamente il diritto a cambiare i loro diritti in azioni dell'Ipo quando questa si farà, più un premio calcolato sulla base dell'euribor a 3 mesi più lo 0,90%, garantendosi peraltro il diritto a restituire le azioni in base ad alcune dettagliate circostanze. L' operazione di finanza strutturata è funzionale allo sbarco a Piazza Affari, spiega una nota di Hutchison Whampoa precisando che l'Ipo italiana aveva avuto tutti i via libera necessari (Consob e Borsa Italiana), a migliorare le condizioni dell'offerta che verrà. Nessun abbandono, quindi, del progetto di quotazione della società di telefonini. Le notizie che arrivano dalla Cina confermano la linea che Novari ha dichiarato di voler perseguire. Il numero uno di 3 Italia ha confermato che la quotazione ci sarà comunque e ha fissato anche un termine: lo sbarco a Piazza Affari è previsto entro fine anno. Non solo. Sono in arrivo anche novità sul fronte commerciale: per la prossima estate, 3 Italia lancerà la nuova tecnologia Dvbh per la tv via telefonino. «Lo scoglio alla quotazione che ci ha indotti alla rinuncia - sottolinea Novari - non è stato il mercato, nè l'autorità, ma piuttosto il gap di valutazione: siamo convinti che la società valga più di 9 miliardi di euro, mentre lo sconto Ipo ha abbassato le stime a 7 - 7.5 miliardi. Essendo noi l'unico operatore sul mercato dotato di una propria struttura nella tv digitale, riteniamo di essere in una posizione privilegiata. Il problema è stato che gli investitori non hanno ancora visibilità su questo mercato, che - conclude Novari - secondo noi non è di nicchia, ma può raggiungere un bacino di 50 milioni di utenti».

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