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di FILIPPO CALERI VARSAVIA non molla la presa su Unicredit che tenta da tempo di fondere le due banche ...

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Lo stesso che, ieri, ha lanciato l'ultimatum all'ad Alessandro Profumo: se Piazza Cordusio non dismette entro tre mesi la Bph, di cui ha ottenuto il controllo dopo la fusione con l'istituto tedesco Hvb, il contratto di vendita della Pekao sarà revocato d'autorità. Una frustata, insomma, che rischia di aprire una grave crisi anche a livello comunitario. Ieri a Bruxelles è arrivato, proprio per sondare gli umori della Commissione Ue sul caso, il viceministro del tesoro polacco, Pawel Szalamancha. Un incontro in cui il rappresentante del governo ha utilizzato però, non solo il bastone ma anche la carota. Da un lato, infatti, ha detto chiaramente che la Polonia revocherà il contratto di vendita di banca Pekao a Unicredit, risalente al '99. D'altro canto, però, Szalamancha si è detto disposto a trattare, sottolineando che «c'è spazio per un accordo», purchè «si discuta seriamente. Finora non hanno avuto un approccio serio, non ci hanno trattato in maniera adeguata e da ottobre abbiamo sentito solo discorsi e lamentele». Szalamancha non ha mancato di osservare che nello scontro con Unicredit «ci troviamo su una rotta che porta dritta contro un iceberg», senza entrare tuttavia nel merito dell'esito di una possibile collisione. Ma i mercati un'idea se la sono già fatta, e anche ieri, dopo le dichiarazioni roboanti del viceministro polacco, hanno premiato i titoli di piazza Cordusio scommettendo così sulle possibilità che Profumo, oltre a Pekao, riesca a mantenere il controllo di Bph. Dalla sua, l'amministratore delegato di Unicredit ha tutto l'appoggio della Commissione, presso la quale si è recato in visita la settimana scorsa. Già ad ottobre Bruxelles aveva autorizzato la fusione Unicredit-Hvb che avrebbe comportato, in Polonia, il passaggio di Bph sotto il cappello italiano. Profumo dovrebbe poter contare, inoltre, sul via libera alla fusione tra i due istituti da parte delle autorità di vigilanza polacche. Il governo di Varsavia, nei giorni scorsi, ha provato a chiedere agli organi di vigilanza di bloccare l'operazione. Senza successo però a giudicare dalla risposta infastidita. L'ultima carta a disposizione di Varsavia, a questo punto, è il ricorso - presentato lunedì presso la Corte di giustizia Ue - contro l'ok alla fusione Unicredit-Hvb dato a ottobre 2005 dalla Commissione. Ma gli uffici del commissario Ue alla concorrenza, Neelie Kroes, hanno già fatto sapere che il 'via liberà di Bruxelles è «ben fondato» e che il ricorso non ha comunque un effetto 'sospensivò sulla fusione.

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