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I prezzi salgono al 2,2% Pesa il rincaro dei combustibili

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A soffiare sul caro vita è ancora una volta il comparto energetico: per il comparto, infatti, l'accelerazione ha toccato 10,6%, e gli effetti si vedono sul costo dei carburanti, delle tariffe di luce e gas e dei servizi, regolamentati e non. Sono proprio questi i settori che hanno registrato i rincari più evidenti. In particolare il capitolo abitazione, che comprende anche le utenze domestiche, è schizzato del 5,8% in un anno e dello 0,9% in un mese. Proprio a gennaio sono infatti scattati gli adeguamenti tariffari decisi ogni trimestre dall'Autorità per l'energia per luce (+2,55) e gas (+0,7%). Con un impatto sull'aumento mensile dei prezzi che l'Isae stima in 4 centesimi di punto. Ma gli effetti del caro-energia si sono visti anche nel capitolo trasporti che, nonostante il calo dello 0,3% rispetto a dicembre, ha registrato su base annua un aumento del 3,9%. Ancora una volta benzina e gasolio mettono a segno aumenti da capogiro, superiori al 12% per entrambi. E con l'energia sono aumentati anche i tabacchi (+0,5% rispetto a dicembre dopo mesi di stabilità) e i servizi ricettivi e di ristorazione (in pratica bar, ristoranti e alberghi), aumentati dello 0,7% in un solo mese e del 2,6% in un anno. A contenere i rimbalzi, oltre alle solite comunicazioni (-3,7% su base annua), sono invece anche i servizi sanitari e le spese per la salute che, anche grazie al ribasso del 2% dei prezzi delle medicine rispetto a dicembre, registrano un -0,8% mensile e un limitato +0,9% annuale. Da qui la soddisfazione del ministro della Salute, Francesco Storace: l'inflazione, afferma, «registra l'entrata a regime della legge sugli sconti in farmacia. Credo che si cominci ad affermare una risposta positiva da parte della categoria dei farmacisti, che diventano i migliori testimonial di una campagna sul corretto uso del farmaco. Per risparmiare sulle medicine - insiste il ministro - non c'è bisogno di andare al supermercato». Una soddisfazione ben poco condivisa però da sindacati, consumatori ed esercenti. Confcommercio e Confesercenti vedono nell'energia una vera e propria emergenza per il Paese e chiedono l'attuazione di una politica energetica capace di arginare aumenti che altrimenti, spiega Confcommercio, «condizioneranno ancora a lungo le dinamiche inflazionistiche, incidendo in misura rilevante sui bilanci delle famiglie, con inevitabili effetti sui consumi di altri beni, e delle imprese, che si potrebbero trovare costrette a traslare parte degli aumenti dei costi sul prezzo finale». Nonostante il recente aggiornamento del paniere, i consumatori ritengono che l'Istat misuri ancora una «realtà virtuale», mentre i sindacati lamentano la mancanza di una strategia. «Va attuata una politica di governance dei prezzi e delle tariffe, come chiediamo da tempo», afferma il leader della Cisl, Savino Pezzotta. «La recessione, il crollo della domanda e la caduta di competitività e oggi l'aumento dell'inflazione - gli fa eco Marigia Maulucci della Cgil - compongono il quadro negativo risultato di una politica economica fallita che il governo lascia in eredità». L'Ugl e il segretario confederale della Cisl, Raffaele Bonanni, chiedo invece il taglio delle accise per far crisi ad una crisi energetica senza precedenti.

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