di EMANUELA ZONCU «3 ITALIA» sbarca in borsa.
E ora è ufficiale: le azioni ordinarie di «3 Italia» sono state ammesse alle quotazioni di Piazza Affari mentre il via libera di Consob alla pubblicazione del prospetto dovrebbe arrivare la prossima settimana. Insomma, dopo il rinvio avvenuto lo scorso anno, sbarca in Borsa un gruppo valutato circa 9 miliardi di euro, di cui andrà sul mercato indicativamente tra il 25 e il 30% del capitale. Ovvero circa 625 milioni di azioni. Guidato dall'amministratore delegato Vincenzo Novari, «3 Italia» è detenuta al 95,4% dal colosso cinese Hutchinson Whampoa - titolare di 11 licenze umts nel mondo e attiva, oltre che nelle telecomunicazioni, anche in settori come energia, immobili, turismo, porti e grande distribuzione - ma ha nel capitale anche una rappresentanza italiana: Nh Investment (vicina al San Paolo Imi), 3 G Mobile Investment (Franco Bernabè), poi Gemina con uno 0,2% e Rcs Mediagroup con lo 0,5%. A giocare a favore dell'ingresso in Piazza Affari del gruppo, importanti banche e advisor: Morgan Stanley, Goldman Sachs, Merrill Lynch, Hsbc, JP Morgan, Banca Imi e Caboto, i Joint global coordinator dell'operazione. E Lazard l'advisor. «3 Italia» offre ai clienti, oltre ai tradizionali servizi di telefonia mobile, servizi di videocomunicazione, accesso a internet e una serie di contenuti multimediali come tv, musica, giochi e informazioni. Fondata nel 1999 su impulso di Franco Bernabè e Renato Soru, nel 2000 la società diventa una controllata (al 51%) della conglomerata di hong kong e nello stesso anno si aggiudica una delle 5 licenze umts assegnate sul mercato italiano. Nel 2003, infine, diventa il primo operatore di terza generazione a diventare operativo con il lancio, con il marchio «3», dell'attività commerciale per privati e aziende. Dopo aver investito, secondo i dati diffusi dalla società, oltre 6,5 miliardi di euro (incluso il costo della licenza, pagata 3,25 miliardi) tra il 2002 e il settembre 2005, oggi conta 5,5 milioni di abbonati. E intanto, dopo la quotazione della controllata italiana, il gruppo hutchison ha in calendario, entro la fine del 2006 o al più tardi l'anno prossimo, anche la quotazione della controllata britannica.