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di FILIPPO CALERI LA CRISI del gas russo mette sotto pressione le scorte italiane.

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Si tratta di circa 5 miliardi di metri cubi stoccati per far fronte a situazioni impreviste come il possibile ritorno del freddo che rischia di combinarsi con il continuo calo delle importazioni di metano da Mosca. Solo a gennaio, secondo il consuntivo mensile dell'Eni, sono arrivate 85 milioni di tonnellate in meno che equivalgono allo 0,7% dei consumi della nazione. Non è la sola misura che è allo studio del governo per fronteggiare la crisi. Il Comitato d'emergenza sul gas che ieri ha riunito i tecnici del Ministero e i vertici delle principali società del settore (Eni-Enel-Edison-Endesa) ha, infatti, fatto il punto sul piano già attuato - stimando in almeno 20 milioni di metri cubi al giorno il gas risparmiato - e ha esaminato la possibilità di nuove misure nel caso in cui dovessero verificarsi nuovi imprevisti in grado di creare picchi di domanda. Così - secondo le prime indiscrezioni - ci potrebbe essere il taglio di alcune forniture, come quelle alle centrali elettriche, e quindi un blocco di fatto delle esportazioni di elettricità. Mentre il governo pensa a nuove misure spot, da mettere cioè in campo per momenti limitati e prevede di sanzionare chi invece violerà i provvedimenti adottati con il piano varato nelle scorse settimane (utilizzo dei contratti di fornitura nterrompibili, massimizzazione dell'import, utilizzo di olio al posto del gas in alcuni impianti), in campo è scesa anche l'Autorità per l'Energia. Che nel ridefinire i costi per l'uso degli stoccaggi ha alzato il prezzo per le imprese che attingono dalle riserve, raddoppiando il prezzo dei prelievi. L'Enel, intanto, ha fatto sapere di applicare quanto previsto dal decreto sull'uso dell'olio combustibile. E che, grazie all'aver girato da gas a olio 4 gruppi della centrale di Montalto sta risparmiando «15 milioni di metri cubi di gas al giorno». I risparmi - ha spiegato l'ad del gruppo, Fulvio Conti - in caso «di necessità potrebbero salire fino a 20 milioni». Il bilancio Enel. Intanto il gruppo elettrico ha annunciato la chiusura dell'esercizio 2005 con ricavi in crescita. Lo scorso anno sono arrivati a quota 34 miliardi rispetto ai 31 del 2004, con un aumento del 9,7%. L'Ebitda a oltre 7,7 miliardi di euro (+10%) e l'indebitamento finanziario netto è sceso a 12,3 miliardi di euro (-49,8%) con le cessioni di Wind e Terna. Tra le cause che hanno spinto in alto i ricavi l'ad ha segnalato le vendite di energiaalla Borsa elettrica e all'Acquirente Unico da parte delle società di generazione del Gruppo e di Enel Spa.

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