Riforma dei contratti, è già stop
E, se Confindustria attende che le tre confederazioni sindacali trovino una posizione comune da cui far partire la trattativa, può scordarselo: un proposta unitaria di Cgil, Cisl e Uil non ci sarà mai, perchè le posizioni sono troppo diverse. Dopo la vittoria dei 100 euro ottenuta sul tavolo del negoziato con Federmeccanica e dopo gli inviti a riprovare nel tentativo di revisione del sistema delle relazioni industriali provenienti da Confindustria, Governo e dallo stesso mondo sindacali, le parole di Angeletti lasciano il segno. «Non vogliamo fare nessuna proposta unitaria - ha affermato infatti il segretario. La Uil ha una sua idea su come riformare il modello contrattuale, se qualcuno la vuole discutere bene, se no pazienza. Se non ci sono le condizioni per fare nuove regole ne facciamo a meno. Il contratto dei metalmeccanici lo abbiamo fatto senza regole ed è stato anche buono». Alla Confindustria, che da tempo invita i sindacati a trovare una posizione comune, Angeletti non lascia illusioni. «Non ci venga a dire che dobbiamo trovare una proposta unitaria, perchè gli rispondo che ci rivediamo fra tre anni». E anche rivolgendosi al fronte interno sindacale, e soprattutto alla Cgil, non ha usato mezzi termini: «A una proposta unitaria non credo assolutamente - ha detto - abbiamo linee diverse che non sono conciliabili». Immediata la reazione del leader della Cisl, Savino Pezzotta, che nelle ultime ore, dopo il raggiungimento dell'intesa per i metalmeccanici, aveva caldeggiato la ripresa del confronto con viale dell'Astronomia. «Anche senza una proposta unitaria la Cisl è disponibile ad andare al tavolo - afferma infatti - Io sono comunque per aprire il confronto con i nostri interlocutori in modo serio, perchè questo riguarda l'interesse dei lavoratori e non quelle delle singole organizzazioni». I 13 mesi che sono stati necessari per rinnovare un pur «positivo» contratto dei metalmeccanici - secondo il segretario generale della Cisl - «dimostra che c'è qualche cosa nelle relazioni industriali che non funziona e che va riaggiustato». Ed è possibile, visto che grazie al lavoro delle commissioni intersindacali di questi mesi «per il 90%» Cgil, Cisl e Uil «erano d'accordo. Mancava la parte della distribuzione della produttività, risolvibile anche direttamente al tavolo della trattativa». Per la Cgil per presentarsi al confronto servono due cose: una proposta unitaria e una proposta unitaria sulla regole democratiche per la gestione degli accordi e per coinvolgere i lavoratori nelle scelte.