Il gruppo Capitalia parlerà meno olandese
Abn Amro orientata verso il no al reintegro delle quote dopo la fusione con Mcc e Fineco
Che dopo aver conquistato la plancia di comando della Banca Antoneveneta sono attesi domani a Roma dai soci del patto di sindacato della banca romana per far capire se hanno intenzione di restare in forze nella Capitale. Domani infatti si riunisce il cda della banca guidata da Matteo Arpe, per l'approvazione dei conti che sarà anticipata anche quest'anno a fine febbraio. Il board capitolino sarà, però, preceduto proprio dall'incontro dei soci forti, chiamati a verificare il reintegro delle quote azionarie possedute e diminuite in percentuale dopo l'integrazione delle controllate Fineco e Mediocredito Centrale nella capogruppo. E sarà questo il banco di prova per saggiare le intenzioni di Amsterdam. E in particolare per verificare se Abn Amro, primo azionista della banca con il 7,6% vorrà o meno riportarsi al 9% o pensi già a un possibile disimpegno dall'istituto di Via Minghetti in vista della scadenza del Patto di sindacato a ottobre prossimo per l'impegno in Antonveneta, conquistata solo pochi giorni fa. I segnali che arrivano dal mercato non depongono a favore dell'impegno olandese. Fonti finanziarie qualificate hanno affermato di «non credere» a un reintegro della quota olandese. La scadenza per manifestare interesse a risalire era stata fissata a venerdì scorso. Ma a via Minghetti non sembrano preoccupati. Se la decisione di non salire verrà confermata giovedì e dovesse preludere a un'uscita dal Patto non sarebbe un problema per Capitalia perché la Fondazione Cassa di Risparmio di Roma potrebbe decidere di entrare nel nocciolo duro della banca anche se a condizioni e con un ruolo da verificare e da iniziare a discutere eventualmente solo quando il quadro da Amsterdam sarà più chiaro. Nel recente passato sono state numerose le frizioni tra il presidente dell'Ente, Emmanuele Emanuele, e il vertice della banca. Ma un riavvicinamento è già stato consumato nell'ultima assemblea di dicembre, quando la Fondazione ha votato a favore dell'operazione Fineco-Mcc. I conti di Capitalia, inoltre, in netto miglioramento e con un dividendo 2005 che potrebbe essere vicino alle stime di crescita degli analisti (su tutte queste voci oggi il titolo ha superato i 5 euro a Piazza Affari), hanno creato un nuovo clima. Nel Patto di Via Minghetti hanno fatto il loro ingresso a dicembre la Fininvest di Silvio Berlusconi, il gruppo Merloni e quelli che fanno capo alla famiglia Angelini e alla Italmobiliare di Giampiero e Carlo Pesenti. Sempre in quell'occasione è stato annunciato che Toro, Tosinvest, Colacem, i fratelli Toti e l'imprenditore Alfio Marchini, apporteranno al Patto, che li vede già rappresentati, le azioni Capitalia provenienti dal concambio delle operazioni di scissione di Mcc. Anche la Fondazione Manodori è diventata azionista del Patto con la quota prima detenuta in Fineco.