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Riprende la corsa dell'oro nero

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Le quotazioni del greggio schizzano sopra i 63 dollari al barile a New York, sul timore che la Russia possa non essere considerata un fornitore di energia affidabile dopo il taglio delle consegne deciso a causa del litigio sul prezzo con Kiev. Un'eventuale penuria di gas, secondo gli operatori, rischia di far lievitare la domanda di petrolio e questo di conseguenza mette il turbo alle quotazione del greggio da ambedue le sponde dell'Atlantico. A spingere i prezzi sono anche le temperature particolarmente rigide che si stanno registrando in Europa e che lasciano pensare ad un aumento della domanda. Già nelle contrattazioni elettroniche statunitensi, il petrolio era volato sopra i 61 dollari al barile. Il rally è poi continuato a New York per l'intera giornata, con i prezzi saliti fino a 63,45 dollari, il livello più alto dallo scorso 19 ottobre, per poi chiudere le contrattazioni statunitensi a 63,25 dollari (+3,6%). Non è andata meglio a Londra dove il Brent, il greggio di riferimento europeo, ha aumentato fino a toccare i 61,53 dollari al barile, il livello più elevato dal 5 ottobre.

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