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«Emergenza non immediata»

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Lo sostiene l'amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni. «Il nostro Paese utilizza il gas in modo più importante di qualunque altro Paese europeo per produrre energia elettrica, ed è per certi aspetti più a rischio degli altri», dice Scaroni, che ricorda anche come esista un flusso di esportazione di elettricità prodotta da gas dall'Italia verso i Paesi vicini. «Tutto questo - sottolinea - può rendere più complessa la nostra situazione, visto che gli stoccaggi di gas potrebbero svuotarsi più rapidamente del previsto». Scaroni rassicura per l'immediato (in giornate normali si consumano 400 milioni di metri cubi di gas, e noi abbiamo stoccaggi per circa 6 miliardi di metri cubi: in teoria, quindi, possiamo stare 15 giorni senza importazioni di gas), e ricorda che non c'è solo il gas russo, ma anche quello algerino, libico, e quello che viene dall'Olanda. «Certamente, però - aggiunge - non possiamo rinunciare al gas russo nel medio e lungo termine: questa è la fragilità del nostro sistema».

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