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Tariffe incontenibili: nel 2005 rincari medi del 5,1%

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Stangata per luce e gas. Ma hanno corso più dell'inflazione anche i costi di scuola e servizi idrici

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Ma anche per i prezzi dei carburanti, dell'istruzione secondaria, dei trasporti marittimi, dell'acqua potabile, passando per i quotidiani fino ad arrivare agli affitti ed al latte. Nel 2005 le famiglie italiane hanno dovuto fare i conti con rincari - nel settore dei prezzi liberalizzati - del 5,1%. Vale a dire con aumenti pari ad oltre il doppio l'andamento dell'inflazione che si è aggirata introno al 2%. E se gli energetici - elettricità, metano e carburanti - trainati dalle fiammate del greggio tirano la classifica dei rincari targati 2005, pesante è stato anche l'anno per i portafogli delle famiglie per i voli aerei (saliti del 19,1%). Secondo l'aggiornamento sull'andamento dei prezzi a novembre 2005 - fotografato da un documento del Dipartimento del Tesoro - i primi 10 mesi del 2005 si sono chiusi all'insegna del caro-beni petroliferi (+14,5% sullo stesso periodo 2004 con punte che arrivano ad oltre il 17% per il gasolio riscaldamento). Ma anche del caro-giornale: il costo di molti quotidiani è infatti salito del 6,1% (ma Il Tempo è rimasto a 0.90 centesimi). Quello di un litro di latte è rincarato del 2,5%, uguale all'aumento dell'Rc auto e sostanzialmente in linea a quelli degli affitti, saliti del 2,2%. Per chi si atteneva i promessi benefici dal processo di liberalizzazione di molti settori, la delusione sembra così certa: il rincaro del 5,1% dei prezzi liberali, certificato dal Tesoro nei primi 10 mesi dell'anno, è infatti il più alto degli ultimi 5 anni. Mentre reggono i prezzi amministrati. Nello steso periodo hanno infatti messo a segno un aumento del 2,0%, in linea con il costo della vita. E con il trend degli ultimi anni. Scorrendo le tabelle del Dipartimento del Tesoro, qualche sollievo per la spesa delle famiglie si registra invece sul fronte della telefonia, i cui prezzi sono scesi - nei primi 10 mesi dell'anno - dell'1,3% mentre i medicinali del Servizio sanitario nazionale hanno segnato un calo del 5,2%. E, nella lista dei singoli generi, diminuzioni, anche se contenute (-0,7%), si segnalano per lo zucchero ed i medicinali di fascia C la cui «stima» indica un -0,3%. Per la pasta alimentare invece si registra un calo dell'1% mentre sono rimasti fermi i servizi Bancoposta. Duro il commento delle associazioni dei consumatori, che hanno preso di mira, in particolare, «i carissimi servizi bancari aumentati del 9,2% al riparo della concorrenza», mentre l'Istat «continua a rappresentare una realtà edulcorata lontana anni luce dalle sofferenze delle famiglie». Per l'Intesaconsumatori, i dati del Tesoro confermano le previsioni più nere, dovute a una mancanza di azione del governo «sui capitalisti delle bollette e dei pedaggi, sulle rendite delle assicurazioni, sui monopolisti elettrici e del gas, sugli elevatissimi costi dei servizi bancari pari ad oltre 550 euro l'anno». Secondo l'Intesa dei consumatori «milioni di cittadini starebbero cadendo nella spirale del debito, in una vera e propria "vita a rate", costretti a cedere il quinto dello stipendio a tassi di interesse del 20% mensile solo per sopravvivere».

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