Poste, risanamento completato
Il terzo utile di gestione consecutivo e il miglioramento degli indici reddituali, raggiunti grazie al «decisivo apporto» dei servizi di Bancoposta, accelerano il processo di quotazione in Borsa e la privatizzazione della società. Tuttavia, permangono aree di criticità che «si frappongono e rendono problematico» questo cammino, prima fra tutte il livello di indebitamento, il contenzioso di lavoro legato ai contratti a termine e le questioni legate agli oneri del servizio universale. È un giudizio «nel complesso» positivo quello contenuto nelle valutazioni della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria di Poste Italiane. Una promozione, dunque, da parte dei magistrati contabili che però non mancano di sottolineare le zone d'ombra che ancora contrassegnano il gruppo. Soffermandosi sulle "luci", la Corte dei Conti ha sottolineato, in particolare, «l'opzione strategica dei manager verso l'uso di tecnologie informatiche e di telecomunicazione (Ict) dirette alla costituzione del sistema a rete tra i più avanzati, completi e capillari del Paese come condizione per far diventare Poste italiane un'azienda di servizi ad alto valore aggiunto, capace di offrire un'ampia ed integrata offerta di servizi costruiti sulle proprie competenze logistico/postali, finanziarie e di gestione e sulla presenza diffusa sul territorio». Secondo la Corte dei conti, la realizzazione della nuova rete di telecomunicazione che ad oggi vede «migrati» circa 8.000 Uffici postali (sui 14.000 esistenti) su rete a larga banda e la creazione di una unità di controllo in grado di monitorare le performance dei servizi offerti dalla società nonchè intervenire sui sistemi di «information tecnology». Ad avviso della Corte «una scelta del genere pone l'Azienda in condizione di affrontare le sfide della competizione a livello nazionale ed internazionale dopo l'apertura del mercato alla concorrenza».