di GIOVANNI LOMBARDO PROVE d'intesa sul contratto dei metalmeccanici.
E per fare da mediatore si è candidato ieri l'ex numero uno di Federmeccanica, ora vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei. Quest'ultimo, nel corso di un dibattito con il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, si è detto disponibile a intervenire nel «dialogo tra sordi» tra Federmeccanica e sigle sindacali. Bombassei, dopo essersi augurato di «chiudere entro l'anno il contratto», ha aggiunto che «c'è una cifra disponibile anche un po' più ampia, ma non può essere pari al doppio di quanto previsto dagli accordi del 1993». Secondo Bombassei «Federmeccanica non può sempre mettere mano al portafoglio». È ritenuta quindi eccessiva la richiesta complessiva di 130 euro da parte delle organizzazioni sindacali, cui Federmeccanica ha risposto con un'offerta di 80 euro. Pronta la replica di Epifani, anche lui pronto a «sbloccare una trattativa che ha visto il milione e cinquecentomila lavoratori metalmeccanici italiani proclamare oltre 40 ore di sciopero da gennaio a oggi». Le distanze, ha osservato Epifani «sono colmabili» e ora «è il momento giusto per farlo». «I lavoratori aspettano il contratto da un anno - ha detto ancora - altri contratti sono stati rinnovati e i metalmeccanici hanno gli stessi diritti di tutti gli altri lavoratori». Secondo Epifani, quindi, «il tempo migliore per chiudere il contratto è questo» in quanto nei prossimi mesi si avvierà «un periodo non facile, da gennaio alle elezioni di aprile. Da qui, dopo la recente rottura del tavolo, l'invito di Epifani a Confindustria a «fare il primo passo, perchè finora ha giocato in difesa». Occhi puntati dunque su una trattativa che va oltre le questioni di una sola categoria. Epifani ha ricordato infatti che «se si fa il contratto è chiaro che il clima tra sindacati e Confindustria è destinato a migliorare». Arriva, dunque, qualche schiarita sulla vertenza dei metalmeccanici dopo la rottura delle trattative. Un buon segnale in vista dell'incontro fissato per giovedì tra le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm, le quali, però, hanno già fatto sapere che auspicano «un profondo cambiamento delle posizioni di Federmeccanica».