Confcommercio fa i conti con Billè
La fronda vuole la testa del presidente. Ma la maggioranza non ci sta
Le vicende giudiziarie che hanno coinvolto il presidente in carica, attualmente autosospeso, Sergio Billè, hanno messo il turbo a una fronda che viene stimata in circa il 15% delle organizzazioni associate. L'assemblea di oggi, dunque, presenta un esito incerto. Sul tappeto c'è l'approvazione del bilancio, peraltro già approvato dalla giunta e dal Consiglio, ma adesso l'assemblea (250 delegati) potrebbe decidere di non ratificare il documento. Mentre gli avversari di Billè, in molti usciti pubblicamente allo scoperto, potrebbero arrivare persino a presentare una mozione con la richiesta di dimissioni del presidente. La riunione si annuncia dunque come la più cruciale e tumultuosa dell'intera reggenza del leader messinese, a capo della potente organizzazione dei commercianti dal 1995. I frondisti anti-Billè fanno perno sulla discussa compravendita della nuova sede dell'associazione dall'immobiliarista Stefano Ricucci. L'operazione, finita nel mirino della procura di Roma che indaga sulla scalata Rcs, ha gettato ombre sull'utilizzo dei fondi della Confcommercio a disposizione del presidente e persino sui beni nella disponibilità personale del numero uno dei commercianti, come i dipinti e i mobili antichi sequestrati dalle Fiamme gialle a casa dello stesso Billè. L'ipotesi più probabile è che i frondisti non votino il bilancio dell'associazione «perchè non vi figura il fondo del presidente», dicono, ma è anche possibile che si tenti di spingere fino alla totale resa dei conti. «L'autosospensione temporale decisa da Billè è una formula non prevista dallo statuto della Confcommercio, vogliamo sapere cosa significa, sarà un gesto simbolico, ancora più simbolico se è a tempo» ha detto ieri all'Ansa il presidente dell'Ascom di Trento, Giovanni Bort, uno degli esponenti della prima ora dell'ala contestatrice. Il clima è indubitabilmente teso e tra i frondisti prevale «lo sconcerto e la rabbia per quello che si è appreso dai giornali sulla dotazione del fondo, sul palazzo di via Lima e su molto altro. Siamo attoniti», ha detto Bort. Dopo l'uscita di Federdistribuzione, c'è maretta anche all'interno di Federalberghi il cui presidente Bernabò Bocca ha già dichiarato di voler aspettare l'assemblea per decidere il da farsi. Ma Billè può ancora contare su numerosi fedelissimi, pronti a dare battaglia per affermare che un avviso di garanzia non significa una condanna e tutto il lavoro fatto negli ultimi anni per fare grande la Confcommercio non può essere buttato alle ortiche.