Nuovo giacimento per Eni

Ma la notizia è stata sottovalutata dal mercato borsistico che non ha premiato il titolo del cane a sei zampe che alla fine delle contrattazioni ha lasciato sul terreno di Piazza Affari l'1,64% del suo valore. Gli operatori hanno seguito le indicazioni che arrivavano dal quotazioni del barile di petrolio che hanno subìto una brusca accelerazione al ribasso per il riflesso di massicci realizzi e per le previsioni di lungo periodo di temperature sopra la media negli Stati Uniti. Così sul mercato londinese il future di febbraio sul Brent è calato dell'1,72% a 56,15 dollari al barile dopo un minimo di 55,91 e un massimo di 57,68. Sulla piattaforma di New York il future di gennaio è stata accusata prima una contrazione dell'1,74% a 57,05 dollari. Eppure la scoperta del giacimento è di quelle che in altre circostanze mettono le ali ai titoli petroliferi. La scoperta, ha affermato una nota della società guidata da Paolo Scaroni, è sviluppato dal consorzio Cact, formato da China national offshore oil company (Cnooc 51%), Eni (16,33%) e Chevron (32,66%). Il pozzo di scoperta è stato perforato a una profondità di oltre 3.900 metri, in 102 metri d'acqua, ed è stato finanziato interamente da Eni che ha confidato nell'elevato potenziale dell'area. Nella fase di prova sono stati prodotti circa 5.000 barili al giorno di petrolio di ottima qualità. La localizzazione della nuova scoperta consente a eni di sfruttare sinergie operative con le infrastrutture presenti nella zona riducendo il costo per la messa in produzione del nuovo giacimento. Il consorzio Cact produce circa 50.000 barili di olio al giorno, quota che lo colloca tra i maggiori operatori petroliferi offshore in Cina.