Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Maroni frena la Fiat sugli esuberi in azienda

default_image

Governo disponibile a trovare le soluzioni ma non a modificare la riforma delle pensioni

  • a
  • a
  • a

Le ipotesi sono molte. Ma una è esclusa a priori. E cioè la possibilità di un provvedimento di mobilità lunga che preveda una deroga alla riforma della previdenza con un pensionamento anticipato dopo il 2008 per quei lavoratori che hanno meno di sessant'anni. E quanto è emerso nell'incontro di ieri tra il ministro del Welfare, Roberto Maroni e una delegazione dell'azienda guidata dall'amministratore del Gruppo, Sergio Marchionne al termine del quale si è deciso di aprire un confronto in sede tecnica a partire da oggi per trovare una soluzione sui lavoratori in esubero. Ma il ministro se ha dato in linea di massima disponibilità a un provvedimento sulla mobilità lunga ha annunciato che è «tramontata» la prospettiva di una deroga alla riforma delle pensioni per i lavoratori in esubero. Sull'avvio di un confronto tra Governo e azienda senza, almeno per ora, il coinvolgimento del sindacato si è detta sorpresa la Fim che ha parlato di metodo «non condivisibile» mentre la Uilm ha chiesto che qualsiasi soluzione preveda la tutela di tutti i lavoratori in esubero. Se la strada per la gestione degli esuberi della Fiat dovesse comunque essere quella della mobilità bisognerà quindi studiare un provvedimento diverso da quelli approvati finora. Per avere accesso allo strumento della mobilità lunga (con accompagnamento alla pensione) bisognava avere 50 anni di età e 28 di contributi e questo significava andare in pensione di anzianità dopo sette anni di mobilità (i primi quattro pagati dallo Stato, gli altri dall'azienda). Con l'innalzamento dei requisiti per andare in pensione di anzianità (da 57 a 60 anni di età a fronte di 35 anni di contributi) a partire dal 2008 la mobilità lunga rischia di essere molto gravosa per l'azienda (che si troverebbe a pagare sei anni di indennita invece di tre) e quindi la soluzione che si potrebbe studiare a partire da domani potrebbe avere a che fare con l'aumento del requisito di partenza (non 50 anni ma qualcuno di più) per ridurre il periodo di mobilità necessario per non avere bisogno di deroghe alla riforma Maroni. Il negoziato parte da questi presupposti. Ma l'incontro è servito anche a discutere del processo di risanamento del Lingotto. «L'incontro è andato benissimo - ha detto Marchionne - da domani partiranno i tavoli tecnici. Abbiamo parlato di tutto». E se sulla possibilità che l'azienda vada in utile nel quarto trimestre ha detto che tutto dipenderà dai dati di dicembre ha anche sottolineato di essere ottimista sul fatto che «la Fiat ce la farà». Secondo Maroni bisognerà studiare come utilizzare al meglio i sistemi che ci sono per la gestione degli esuberi puntando soprattutto sulle politiche attive del lavoro che «mirino al reimpiego e non solo all'accompagnamento alla pensione.

Dai blog