Tute blu, oggi i sindacati cercano la linea unitaria
Le tre sigle si incontreranno per decidere se e come la trattativa con gli industriali potrà proseguire. Ma di fronte alle difficoltà di dialogo incontrate con la controparte, prima di ripresentarsi al tavolo con Federmeccanica, è innanzitutto tra di loro che le organizzazioni sindacali dovranno trovare un accordo. Intanto il ministro del welfare, Roberto Maroni, nei giorni scorsi si è dichiarato disponibile a intervenire in rappresentanza del governo per fare da mediatore nella vertenza. Un proposta che i sindacati per ora ritengono prematura. «È il momento di fare una proposta che vada nella direzione di una mediazione - spiega il segretario generale della Fim, Giorgio Caprioli, di fatto l'artefice della rottura di venerdì - serve un primo avvicinamento alla controparte. Se Federmeccanica sarà più esplicita e chiara su una serie di richieste che abbiamo presentato, anche noi dovremo fare dei passi. Domani (oggi ndr)dobbiamo decidere quali passi fare e di quale lunghezza». Fiom, Fim e Uilm saranno quindi impegnate domani in una discussione «molto franca e onesta», una discussione, insiste Caprioli, «che non si preannuncia semplice». La trattativa, ormai in una condizione «molto critica», continua, «ha bisogno che le organizzazioni si presentino con proposte unitarie. Un obiettivo ancora possibile, ma serve uno sforzo di tutti». «Fare chiarezza» è anche la priorità per Tonino Regazzi, segretario generale della Uilm: «in un primo momento - afferma - la Fim aveva dichiarato rotte le trattative perchè c'erano problemi tra di noi. Poi in un secondo momento ha dato una seconda versione. È opportuno un chiarimento». Il problema fondamentale, continua, rimane però con Federmeccanica: «non riusciamo a chiudere per le distanze incolmabili che permangono tra noi e loro sulle richieste salariali. Il punto di fondo è il salario. Tutte le altre questioni possono poi trovare una soluzione». Nel vertice delle segreterie di domani i sindacati decideranno inoltre quali forme di lotta intraprendere a sostegno della vertenza e non è esclusa la proclamazione di un nuovo sciopero della categoria dopo l'ultimo del 2 dicembre scorso. «Noi lo sciopero lo proclamiamo senz'altro - ha detto Caprioli - se abbiamo gli stessi obiettivi e intenzioni lo faremo insieme».