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di LUIGI FRASCA UNA nuova Tangentopoli? Sì, no, vedremo.

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L'arresto di Fiorani, la bufera mediatica che coinvolge il mondo politico, le indagini che si allargano a macchia d'olio hanno richiamato alla memoria le immagini di un vecchio film: Tangentopoli. Stavolta, però, tutto sembra diverso. O almeno ne è convinto il premier Silvio Berlusconi che ieri, a Bruxelles per il Consiglio europeo, ha risposto seccamente ai giornalisti che gli chiedevano se la vicenda Fiorani rappresentasse una nuova Tangentopoli: «Mi sembra assolutamente di no. Almeno per quello che so lo escludo. Se poi ci sono cose che non so...». Sulla stessa linea tracciata dal Presidente del Consiglio anche il ministro della Giustizia Castelli. «Non siamo alla vigilia di un'altra Tangentopoli; non ci sono i presupposti. Oggi - ha sottolineato - c'è una classe politica che è sostanzialmente sana. Allora c'era un sistema sul punto di crollare ed è crollato. Ci sono oggi delle situazioni che la magistratura alla fine chiarirà. Speriamo che questa volta, al contrario di quello che accadde 10 anni, fa la magistratura voglia indagare a 360 gradi e non soltanto a 180». Più sibillino il leader dell'Unione Romano Prodi che giovedì aveva evitato la risposta limitandosi ad osservare che con la vicenda Antonveneta a soffrire sono sopprattutto il «Paese e l'immagine dell'Italia all'estero». Ma la mancata presa di posizione del Professore sembra studiata appositamente per evitare ulteriori spaccature in seno all'Unione dove si è ormai scatenata la «caccia ai Ds». Infatti, mentre il presidente della Quercia Massimo D'Alema ammette di non sapere «se ci troviamo di fronte ad una nuova Tangentopoli», Di Pietro e Rifondazione non hanno dubbi. «Berlusconi dice che non ci troviamo di fronte ad una nuova Tangentopoli? - si chiede il leader dell'Italia dei Valori - È tempo che il presidente del Consiglio apra gli occhi. Scoprirà che, contrariamente a quanto sostiene, ci troviamo in una nuova Tangentopoli, questa volta più ingegnerizzata». E il responsabile economia e lavoro del Prc, Paolo Ferrero, aggiunge: «Siamo ad uno stato di dissoluzione anche morale al cui confronto Tangentopoli degli anni 90 impallidisce». Sulla stessa linea anche la Margherita di Rutelli. Secondo Pierluigi Castagnetti, capogruppo Dl alla Camera, l'inchiesta della magistratuta assomiglia a quella di Tangentopoli degli inizi degli anni '90 anche se «non si può dire che la storia si ripeta». In ogni caso, ha sottolineato, «è il risultato di una latitanza della politica» ed «emerge l'assenza di una vigilanza». Alla Magistratura, ha aggiunto Castagnetti, «chiediamo di essere intransigente, severissima ma anche molto rapida in questo lavoro perché il Paese sta soffrendo questa crisi del sistema bancario, e quindi industriale e dell'intero sistema Italia». La politica, ha sottolineato, «deve assumere le proprie responsabilità, la magistratura anche».

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