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Siena ignora la bufera e richiama Gnutti

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L'assemblea del Monte dei Paschi ha riammesso il finanziere bresciano nel Cda

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Il socio di maggioranza di BMps, che per primo già due anni e mezzo fa bocciò l'ipotesi del matrimonio tra Siena e Via Veneto, e nella primavera scorsa tornò a frenare un sodalizio che molti davano ormai per certo, questa volta ricorre alle maniere forti. Del resto, dopo mesi di corsa, proprio quando il mercato è sembrato dar credito ad un riavvicinamento, il titolo Mps negli ultimi giorni ha chiuso sempre in negativo e ieri è tornato sotto i quattro euro. Ieri ha chiuso in calo dell'1,69% con un prezzo di riferimento di 3,892 euro. «Se qualcuno continua a mettere in giro queste voci ci costringerà a rivolgerci alla magistratura perché queste sono voci che influenzano il mercato», ha detto Mussari. E lo ha fatto al termine dell'assemblea che aveva deciso il reintegro di Emilio Gnutti nel Cda della banca, avvicinato dai giornalisti pronti a chiedergli un commento sul futuro dell'opa di Unipol su Bnl. Domanda che è rimasta nei taccuini vista la «travolgente» presa di posizione. La sua opinione sui rapporti tra Mps e Bnl Mussari l'aveva già espressa senza possibilità di tentennamenti nel corso dell'assemblea dell'aprile scorso, quando davanti ai soci dichiarò «chiuso definitivamente il capitolo». «Non si riaprirà mai più - ha ribadito ieri -: basta, basta, basta con questa storia». E basta Mussari lo dice anche a quanti, commentatori nazionali ed esponenti dei Ds, lasciano intravedere la possibilità che l'ultima parola sul matrimonio con Bnl potrebbe essere detta a Roma. «Abbiamo dimostrato - ha proseguito infatti il presidente della Fondazione Mps - che le scelte le facciamo qui sulla base della convenienza degli azionisti e della Banca: da questo parametro non ci si sposta». Toni che Mussari, probabilmente, ha deciso di usare forte della recente riconferma alla presidenza della Fondazione lo scorso primo agosto. Del resto era stato lui, sempre in aprile, a chiedere ai vertici della banca un impegno straordinario per far tornare il titolo sui livelli avuti al momento della quotazione in borsa nel 1999 (3,76 euro). I fatti gli hanno dato ragione. Ora, probabilmente, Mussari teme che qualcuno stia cercando di mettere qualche bastone tra le ruote, in un momento in cui i terremoti nel sistema bancario sono all'ordine del giorno. Così ha deciso di alzare la voce, di mettere in guardia tutti: basta insinuazioni su un possibile interessamento di Mps nei confronti dell'istituto di credito di via Veneto. La partita è chiusa. E Mussari non ha alcuna intenzione di riaprirla. A costo di tutelarsi attraverso la magistratura. Anche perché le sue parole non hanno bisogno d'interpretazione: «Se qualcuno continuerà a mettere in circolazione voci di questo tipo, ci troveremo costretti a rivolgerci alla magistratura». Il capitolo è chiuso. Una volta per tutte.

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