Ddl risparmio Il governo metterà la fiducia
Il provvedimento, avviato dopo il crack Parmalat e rimasto impantanato per anni nelle aule di Camera e Senato, adesso dovrà diventare legge d'urgenza. Ad annunciarlo è stato ieri il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. «Metteremo la fiducia sul testo della Riforma del risparmio», ha detto nel corso della trasmissione Tv Porta a Porta. Il ministro, che ha poi precisato l'intenzione di recuperare il testo approvato dalla Camera in prima lettura, ha poi spiegato che il mandato a termine per il governatore della Banca d'Italia e per il direttorio dell'istituto sarà fissato in 5 anni. «Credo che nei prossimi giorni - ha detto Tremonti - uscirà un testo dal Consiglio dei ministri che poi sarà approvato dalla Camera e dal Senato e che darà finalmente una tutela ai risparmiatori». Enrico Letta, in collegamento con la trasmissione, ha affermato che il centrosinistra è pronto a votare la riforma ma ha chiesto che il governo «non provi ad infilare nuove normative in fatto di falso in bilancio» che ne ammorbidiscano le sanzioni. «Penso che il testo che avevo presentato alla Camera sul falso in bilancio - ha replicato Tremonti - fosse un buon testo e oltretutto inaspriva la norma sul falso in bilancio del 2002». Secondo il ministri Tremonti cu questo punto come sulla vigilanza sui titoli «in Senato hanno fatto alcuni pasticci». «Ritorneremo al testo della Camera dei deputati - ha concluso il ministro dell'Economia - e credo che Enrico Letta non lo potrà votare perchè metteremo la fiducia su questo testo». Si dovrebbe chiudere così una vicenda che ha tenuto bloccati per mesi gli uffici di Camera e Senato, impantanati, tra le altre questioni, proprio sulla questione dei poteri e del mandato a termine per i vertici della Banca d'Italia. L'attuale mandato a vita del governatore, difeso strenuamente da Palazzo Koch come emblema della separazione del potere monetario e di vigilanza sull'economia dal potere politico, dovrà così lasciare il passo a un mandato a termine e all'inevitabile accordo politico che servirà a decidere i nomi dei prossimi inquilini di Via Nazionale.