Bolletta petrolifera mai così cara in 20 anni
Dal 1985 non si registrava una fattura energetica tanto elevata: nel 2005 ha superato i 36 miliardi
E mentre i carburanti mettono a segno rincari da capogiro, con la verde in aumento di oltre il 31% ed il gasolio schizzato del 45% rispetto ad un anno fa, l'Unione Petrolifera lancia qualche segnale di ottimismo per il prossimo futuro spiegando che le quotazioni attuali «sono ingiustificate e che, guardando la buona situazione della domanda e dell'offerta mondiale, ci si può attendere un ridimensionamento». Pasquale De Vita, il presidente dei petrolieri, non vuole far numeri e si limita a ricordare che gli analisti prevedono per il 2006 un barile sui 45-55 dollari, rispetto ai 60 attuali e le punte fino a 70 dollari registrate nei mesi scorsi. E spiega che la colpa del caro-greggio non è del mercato, dove i fondamentali sono «buoni» - l'offerta supera di 1 mln di barili al giorno la richiesta del pianeta - ma degli operatori finanziari, primi tra tutti i fondi pensione Usa, che «giocano» sui mercati petroliferi. De Vita parla così di un «premio speculazione» che pesa sui prezzi dell'oro nero con un aggravio di «5-10 dollari al barile». La volata del greggio e l'impennata delle fatture 2005 per le famiglie italiane, intanto - stimano i consumatori dell'Intesa, parlando di carburanti ma anche di bollette della luce e del gas - si è tradotta in una maggiore spesa per 500 euro. E anche il 2006 - annunciano - sarà «pesante»: «soprattutto - ricordano - se il Governo continuerà ad opporsi a qualsiasi taglio delle accise e all'apertura della vendita di benzina e gasolio alla grande distribuzione». Proprio su possibili interventi in materia fiscale, per ammortizzare il caro-pieno, De Vita torna a smorzare le speranze: spazi - dice - non ce ne sono. Il gettito dal settore è rimasto infatti pressoché invariato sui 35 miliardi di euro. C'è stato infatti un aumento delle entrate dall'Iva (il cui ammontare crescere al salire del prezzo industriale) di 800 milioni di euro. Un maggior guadagno per lo stato che però - secondo l'Up - è stato «mangiato» dal corrispondente calo del gettito delle accise, legato al calo dei consumi. Proprio in tema di consumi l'Up ricorda che nel 2005 quelli petroliferi sono calati del 3,7% mentre sul fronte dei soli carburanti ha registrato un calo dell'1,5% (era +2% nel 2004). Mentre il 2005 si chiude con le fatture petrolifera ed energetica più alte degli ultimi 20 anni - era dal 1985 che non si registravano conti così alti - per l'anno prossimo le prime proiezioni dell'Up lasciano intravedere una bolletta petrolifera, compresa tra un minimo di 18,5 miliardi ed un massimo di 25,15 miliardi a seconda degli scenari, rispettivamente un barile sui 45 dollari ed un cambio euro dollaro 1,250, o un barile sui 55 dollari ed un cambio a quota 1,150.