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Veri e falsi d'autore dell'offensiva bis contro l'autonomia della Banca centrale

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Primo esempio: la procedura di infrazione della Commissione europea in materia di Opa bancarie. Che non riguarda la Banca centrale, ma l'Italia, le sue leggi e i suoi ordinamenti. L'argomento contestato poi non è di grandissima rilevanza: viene chiesto all'Italia di precisare meglio la nozione di controllo. Non è tema facilmente precisabile. La commissione europea scriverà all'Italia, il governo italiano chiederà presumibilmente il parere della Banca d'Italia, se sarà possibile si cercherà di giungere a una maggiore precisione normativa e regolamentare. Ma oggi i tribunali sono pieni di cause, gli scaffali pieni di libri su questo argomento, e se fosse facilmente precisabile tutto, non saremmo qui a discuterne. Che il controllo ci sia quando una banca detiene più del 50 per cento del capitale di un altra società o istituto di credito, è pacifico. Che ci sia controllo al di sotto di quella quota, è possibile, ma non facilmente precisabile in norme rigide. Traccia di questo dibattito e delle sue controversie esiste d'altra parte nella corrispondenza, anche più recente, fra la commissione europea e la stessa Banca d'Italia rappresentata dal suo Governatore. I casi specifici delle Opa bancarie che hanno originato la controversia sono in questo momento sub judice. In senso regolamentare e autorizzativo il caso che riguarda Bnl, dove non esistono, contrariamente a quanto riportato dalla stampa, termini rigidi di scadenza, ma semplici scadenze degli affidamenti bancari chiesti da Unipol e soci per effettuare l'Opa su Bnl. Quegli affidamenti in gran parte hanno scadenza il prossimo 31 dicembre, ma possono essere rinnovati, e in ogni caso questo non è un tema che riguardi direttamente le autorità regolamentari che devono rilasciare le necessarie autorizzazioni, la Consob (che ha già sospeso i termini di quell'Opa), e la Banca d'Italia. Letteralmente sub judice il caso Antonveneta, dove le autorità regolamentari, in primis proprio la Banca d'Italia, hanno parlato attraverso i propri atti chiari e definiti. Si è passati anche attraverso la revoca delle Opa già autorizzate, perché così è necessario anche di fronte agli interessi di azionisti terzi e del mercato azionario in generale. Di Banca d'Italia si è parlato in queste settimane sotto altro profilo regolamentare. Mi riferisco alla nota vicenda della legge sul risparmio, e alle modifiche ivi previste per il mandato del Governatore e per l'azionariato della banca centrale. Sul mandato del Governatore più volte si è ricordato da queste stesse colonne come l'attuale disposizione non preveda un mandato a vita, come si dice, ma semplicemente non ne preveda una scadenza prefissata. La ratio era strettamente legata alla stabilità dell'Italia in momenti di confusione politica edi grande instabilità dei governi. Non turba ora la Banca d'Italia l'ipotesi di quel mandato a termine eventualmente rinnovabile. Mandato che in ogni caso nopn potrebbe riguardare il Governatore in carica, come ampiamente chiarito dalla Banca centrale europea. Turba maggiormente l'ipotesi di stravolgere l'attuale azionariato che ne ha garantito ampiamente l'indipendenza senza mai intaccarne l'autonomia di vigilanza. È modello assai simile a quello della Fed americana e soprattutto dalle Fed dei vari distretti federali. Un cenno infine ad altro argomento su cui parte della stampa ha speculato negli ultimi giorni. Esiste la prassi di effettuare e ricevere presenti in occasione di festività o particolari ricorrenze, e non ci sono rigide previsioni sulla materia inserite in qualche codice etico o comportamentale. Un po' di speculazione e anche qualche falsità sono state scritte a proposito di regali fatti a suo tempo dal banchiere Fiorani al Governatore della Banca d'Italia. Si è trattato di qualche presente, spesso ricambiato, del valore massimo di qualche centinaio di euro. Cifra anche minore quella di un televisore da 21 pollici, regalo accettabile

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