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Edilizia sotto pressione per il caro acciaio

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Già provata dai continui rincari del cemento, l'ultimo dei quali da 17 euro la tonnellata, dello scorso novembre. L'allarme viene da uno studio della Confartigianato di Pordenone secondo la quale il «caro-acciaio può mettere a rischio l'attività nei cantieri soprattutto delle opere pubbliche, ma genera effetti anche nell'edilizia privata». La corsa alle materie prime della Cina, «sta generando effetti anche sul settore delle costruzioni della provincia di Pordenone», afferma lo studio. Ma l'allarme è generalizzato. In tutta Italia, l'aumento dei costi dell'energia dovuto alle impennate del petrolio e i nuovi costi per rispettare il protocollo di Kyoto si stanno traducendo in un aggravio per le imprese del settore. Nei giorni scorsi l'Aitec, l'associazione che raggruppa i cementieri, ha denunciato un aumento dei costi per Kyoto e ha fatto ricorso al Tar contro il Piano delle emissioni del Ministero dell'Ambiente. «Kyoto è un problema molto serio che in futuro peserà su un settore dove i prezzi tendono ad essere allineati quasi come se ci fosse un cartello», afferma Paolo Acciari della Filca-Cisl. Tornando all'allarme per il caro-acciaio, «tanto per fare un esempio - spiega Claudio Dorigo, capo degli artigiani edili della Confartigianato provinciale e regionale - il prezzo base del tondino per cemento armato è più che raddoppiato, passando dai 130-135 euro per tonnellata del dicembre scorso, ai 275-285 di marzo. Aumenti superiori del 30% hanno riguardato anche le travi d'acciaio, altro materiale fondamentale per le costruzioni». Da un lato «si è verificata un'impennata dei prezzi base del materiale, dall'altra - aggiunge Dorigo - le imprese devono fare i conti con una scarsità di materiali tali da rallentare l'attività dei cantieri di una certa dimensione». Il motivo è la corsa all'approvvigionamento scatenata dalla Cina che, mentre fino a qualche anno fa utilizzava esclusivamente risorse interne, dall'anno scorso reperisce all'estero le materie prime. L'Italia è sempre stato un paese di industria di trasformazione, e quindi le materie prime le acquista da altri paesi.

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