di PINO GIULIETTI LE ATTESE per un nuovo rialzo dei tassi Usa e le voci di un prossimo cambiemento della ...
Tutto questo alla vigilia della riunione di politica monetaria della Federal Reserve. A innervosire il mercato, dunque, è l'incertezza sul futuro scenario dei tassi di interesse negli Usa. Tra gli operatori trova infatti sempre più credito l'ipotesi di un cambiamento di rotta nella politica monetaria della Federal Reserve che potrebbe manifestare l'intenzione di interrompere il ciclo rialzista avviato a giugno 2004. Oggi si riunirà il Federal Open Market Committee della Fed (Fomc) con il mercato che dà per scontato il tredicesimo aumento consecutivo di un quarto di punto del costo del denaro che porterebbe i Fed Funds al 4,25%. Una manovra che potrebbe però segnare la fine della strategia restrittiva della banca centrale americana la quale potrebbe ritenere il livello del costo del denaro adeguato in un'ottica di sostegno della crescita economica statunitense e tralasciare ogni riferimento al carattere "accomodante" della politica monetaria sinora seguita. Uno scenario che ha innescato la discesa del dollaro, tenuto conto che finora la maggior parte degli economisti aveva puntato su ulteriori strette monetarie con tassi almeno al 4,75% a giugno prossimo. Il biglietto verde ha così perso oltre l'1% nei confronti dell'euro segnando il maggior ribasso da due mesi a questa parte. La valuta unica è volata ai massimi sullo yen raggiungendo la quota record di 143,5, il livello più alto dalla sua nascita nel 1999. La divisa giapponese è invece in recupero sul biglietto verde a 119,9 da 120,6 precedente. Negli Stati Uniti, comunque, c'è anche chi pensa che i tassi dovrebbero essere ritoccati ancora al rialzo il 31 gennaio 2006, in occasione dell'addio di Alan Greenspan dopo 18 anni di guida ininterrotta della Fed e del passaggio del testimone a Ben Bernanke. Quiesto perché le aspettative di inflazione negli Usa continuano a rappresentare la principale preoccupazione in previsione del trasferimento del caro energia sui prezzi al consumo, ma il contesto economico appare solido come confermano gli ultimi dati sul Pil (+4,3%) e i posti di lavoro, ormai sugli stessi livelli precedenti le devastazioni degli uragani Katrina e Rita.